Ivano Bordon, la pallottola come lo chiamava Sandro Mazzola. L'ex portiere vinse con l'Inter lo scudetto nel 1970-71, collezionando in carriera con i nerazzurri ben 388 partite in 13 anni. Oggi alla Gazzetta dello Sport ricorda quando fu decisivo per il tricolore partendo alle spalle di Lido Vieri, un po' come potrebeb fare Martinez con Sommer.

Com’è subentrare così?
"Spiazzante, va mantenuto il sangue freddo. Io debuttai in A in un derby, si immagini l’emozione: 8 novembre ’70, Milan-Inter 3-0. Eravamo sotto di un gol e ne incassai altri due. Fu un putiferio: via Heriberto Herrera e dentro Invernizzi, con cui vincemmo il tricolore".

E lei fu decisivo da secondo.
"Soprattutto a Catania, 28 marzo ’71. Vincemmo 1-0 e sorpassammo il Milan. Giocai 9 partite quella stagione. Io avevo 19 anni, il mio amico Lido 31, ma quando la stampa mi attaccava lui mi difendeva".

Quanto perde l’Inter senza Sommer?
"A livello di gioco, parecchio. Ormai in un portiere si bada ai lanci di 30 metri coi piedi, meno allo stare tra i pali. Lui, in questo, è un fenomeno".

Il portiere vale metà squadra?
"Oggi conta se sa giocare coi piedi. Se sai farlo, sì".

Un consiglio a Martinez?
"Intanto è uno bravo, lo vidi a Genova. Gli direi di giocare semplice e non osare troppo. Ha di fronte un filotto decisivo: Genoa, Lazio in Coppa e soprattutto Napoli. Dovrà tenere alta la concentrazione della squadra, ma se l’Inter l’ha pagato quei soldi è perché lo considera il portiere del futuro. Ora dovrà conquistarlo".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 21 febbraio 2025 alle 09:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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