Oggi è il giorno di Inter-Bayern, attesissimo ritorno dei quarti di Champions. Sulla Gazzetta dello Sport si trova l'analisi di Rafa Benitez, che prova ad anticipare i temi del match del Meazza al quale assisterà dal vivo.

Cosa resta nella testa della gara di andata, di quell’1-2 denso sino allo scadere?
"Tutto e niente. Il successo di Monaco di Baviera ha un suo peso, non si può ignorare e né ridimensionare, e mette l’Inter in una condizione di vantaggio, ci mancherebbe altro. Però è pure vero che bisognerà resettare, evitare di pensare che possa bastare gestire. E sarà inevitabile far finta che si parta da 0-0, per giocarla in uno stato di libertà mentale. Inzaghi ha capacità che sono evidenti e anche i suoi ragazzi sono stati bravissimi fino a questo momento, con un’andatura che già nei primi mesi di Champions è stata rassicurante".

Dovesse scegliere un solo uomo-simbolo per parte.
"Mi metterebbe in difficoltà, perché significherebbe far torto a tanti altri. L’Inter è Lautaro o Thuram in fase realizzativa ma anche uno strepitoso Barella e Calhanoglu in quella organizzativa e difensori ed esterni che lasciano il segno. Il Bayern non è solo Kane, non si limita all’estro di Sané o a quello di Olise, che pure sanno come cambiare la partita, o alla superba capacità di Kimmich e Goretzka".

Debolezze altrui?
"Il Bayern ha dimostrato di concedere qualcosa e di soffrire le transizioni, sia per vie centrali che esterne. I gol rappresentano la sintesi del pensiero e sottolineano che Inzaghi è stato capace di trovare le zone del campo in cui far male e il modo in cui farlo. Se si fa caso, i ribaltamenti che portano ai gol sono analoghi: dietro c’è dunque la ricerca di quella giocata, ritenendo l’avversario vulnerabile. Non è un caso, ma nel lavoro fatto per l’Uefa vengono messe in evidenza proprio alcune di queste situazioni".

E poi, finita questa partita....
"Chi passa non può pensare di aver vinto la Champions ma può sospettare di avere lo spessore per farlo. Certo, poi dopo ci sarebbe una semifinale da far tremare chiunque: ma si procede gradino per gradino, non si fanno previsioni. Si vive se stessi, cioè la grandezza del momento, che per essere assaporata va definita attraverso il lavoro. Inzaghi ne ha fatto uno grossissimo, visto che è in corsa su tre fronti. E se stai lì, non ci sei arrivato per Grazia Divina: ma perché hai una squadra piena di talenti che sai guidare".

Sezione: Copertina / Data: Mer 16 aprile 2025 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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