Mettiamo subito i puntini sulle 'i'. Michael Moore, con l'Inter, non c'entrerebbe un fico secco! Ma non perché non sia una punta anglosassone ambìta sul mercato da Marotta e Ausilio: per i nerazzurri ci sarebbe casomai in ballo il canadese Jonathan David. Quanto per il fatto che Moore fa decisamente un altro mestiere. È un noto regista/documentarista a stelle e strisce, politicamente impegnato, dunque inviso ad una parte del pubblico per i suoi ideali cosiddetti progressisti. Pretesto per cui taluni gli conferiscono,con nonchalance, la 'nomea' di comunista... Si glissa volentieri sulle opinioni politiche altrui non prima, però, di aver doverosamente precisato dove sia il nesso pallonaro. Starebbe nel fatto che 2 delle sue più recenti produzioni, Fahrenheit 9/11 e Fahrenheit 11/9 - che richiamano nel titolo 2 date che hanno già profondamente segnato la storia americana più recente come, rispettivamente, l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 (9/11 in inglese) e la prima elezione del presidente USA Trump, annunciata ufficialmente il 9 novembre 2016 (11/9) - si prestino come non mai ad una fantasiosa, ma pacifica rivisitazione in chiave interista. Dopo l'accesso dei nerazzurri alle semifinali di Champions, per un curioso gioco di numeri - se non di mere coincidenze - quelle suddette date verrebbero a corrispondere esattamente al range di gare stagionali ancora da disputare per i nerazzurri (Mondiale per Club a parte, ovviamente). Dunque 9 partite - tra cui 6 di Serie A appena imbellettate con una delle ultime tornate di anticipi e posticipi, 1 di Coppa Italia e 2 di Champions League - che potrebbero, però, aumentare ad 11 qualora vi si aggiungessero anche le finali delle 2 Coppe: nazionale ed europea. In cifre, 9/11 partite.

Sicuramente diverse - nonché numericamente opposte - le previsioni di coloro che vanno ascritti ad una categoria omnicomprensiva di tifosi avversari: quella rappresentata dai rosiconi generici, dai detrattori specializzati e dagli affini gufanti ogni 3 giorni 'per colpa' del superintasato calendario interista... Tutti concordi nel pronosticare che le partite totali dei nerazzurri non saranno le ambìte 11, bensì le 'appena' 9 nella realtà da loro auspicata. Da cui l'espressione numerica, tendenzialmente 'regressiva', di 11/9...

Si resta allora in fervida attesa che la temperatura delle sfide in calendario salga decisamente. Osservando, ognuno dei contendenti allo scudetto, la propria scala di riferimento: quella 'Celsius' da Antonio Conte - ribattezzato Pinocchio, purché si escluda una parte della conferenza stampa di ieri - quella 'Fahrenheit', invece, da Simone Inzaghi. Giusto per rispecchiare la tabella di conversione fra le 2 contrapposte unità di misura: 1° Fahrenheit equivale a (poco più di) 3° Celsius, ovviamente nella fascia di temperature umanamente sopportabili. Più o meno come l'attuale distacco in classifica di 3 punti tra la capolista Inter e l'inseguitore Napoli...

Ma a proposito del tecnico leccese, sono intervenute, appunto, ieri (venerdì) le sue dichiarazioni alla vigilia di Monza-Napoli, risultate molto più esplicite che in altre precedenti occasioni. Nonché, soprattutto, foriere di un addio di Conte probabilmente già deciso: "In 8 mesi qui (a Napoli, nda) ho capito che tante cose non si possono fare". Stupiscono quantomeno la tempistica di questa uscita mediatica di Conte - nel senso che ci sarebbero in ballo ancora 6 giornate di campionato con 18 punti a disposizione proprio quando i nerazzurri saranno più sotto pressione - ed il non aver fatto tesoro di un avverso precedente altrui. Ci si riferisce ovviamente alle conseguenze demotivazionali arrecate all'Atalanta dall'improvvido 'coming out' di Gasperini lo scorso fine febbraio, allorché si era pronunciato sul mancato rinnovo del suo contratto con i bergamaschi. A dir la verità, il tracollo della squadra orobica non maturò subito. Salvo le 2 goleade estemporanee ad Empoli e nella Torino bianconera, appena dopo ne erano infatti sortite 3 sconfitte consecutive: a partire proprio da quella inferta dall'Inter con l'incornata di Carlos Augusto e la scornata del Toro Martinez al Gewiss Stadium...

Quello di Conte è parso quasi un harakiri preventivo. E lui di altri preventivi - quelli di fuoriuscita... - è il massimo esperto in materia. Pertanto, a modesto avviso dello scrivente, non ci sarebbe affatto da stupirsi se i partenopei - privati all'ultimo anche dell'ulteriore 'cartuccia' Neres - se ne tornassero, già dalla 'battuta di caccia' al Brianteo, senza la selvaggina di taglia più grossa...

E pensare che c'è ancora qualcuno che si ostina a decantare la cosiddetta arte comunicativa di Antonio da Lecce: ma oratoria de che?

È solo chiacchiere ed incentivo (all'esodo)!

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Dom 20 aprile 2025 alle 17:10
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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