Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Arrigo Sacchi ha parlato dell'evoluzione degli allenatori nostrani. "Un vento nuovo soffia sull’Italia, finalmente si gioca a calcio. E gran parte del merito di questa rivoluzione è degli allenatori di casa nostra, che hanno saputo abbandonare la tradizione e si sono lanciati con coraggio verso il futuro", dice Sacchi.

L’allenatore più vincente è un italiano: il suo allievo Ancelotti. Cinque Champions League in bacheca da tecnico. Nessuno come lui.
"Carlo è un fenomeno, un maestro e, cosa fondamentale, una gran brava persona. Il carattere equilibrato e tranquillo è la sua forza. Conosce i segreti del calcio e, quando si trova in difficoltà, riesce a trovare una via di uscita. E le sue squadre cercano sempre il gioco, il dominio, la bellezza".

Tutti vogliono Conte: il Napoli, ovviamente perché ce l’ha, la Juve, si dice pure il Milan. Lei che lo conosce bene che ne pensa?
"Antonio è un fuoriclasse. A Napoli lo sta dimostrando. Ha rimesso insieme i cocci della passata stagione, ha dato una chiara identità al gruppo, ha convinto a giocatori a seguirlo e, nonostante gli abbiano venduto il giocatore più forte a gennaio, è secondo. Se non è un miracolo, poco ci manca".

Simone Inzaghi, con la sua Inter, è ancora in corsa su tre fronti. Il suo giudizio?
"Di Inzaghi ho apprezzato la costante crescita. Prima un po’ timido, adesso coraggioso, l’Inter non arretra più a protezione del risultato, ma continua ad attaccare quando è in vantaggio: un notevole cambio di mentalità, reso possibile anche dalla totale sintonia con il club. Perché, lo ripeto sempre, il club viene prima dell’allenatore e l’allenatore viene prima dei giocatori. Se questa scala gerarchica non è rispettata si va incontro ai guai".

Altri nomi che impreziosiscono la scuola italiana: Gasperini, Italiano, Baroni, Sarri.
"Parto dall’ultimo: Sarri. Perché nessun club ha investito su un maestro come Maurizio? A me pare una follia che lui sia senza squadra. Gasperini è semplicemente fenomenale: in una città che non è una metropoli ha saputo costruire una squadra che si è fatta ammirare in Italia e in Europa. Chapeau! Italiano lo conoscevo dai tempi in cui guidava lo Spezia. E’ stato bravo alla Fiorentina e ancora più bravo adesso al Bologna. Le sue squadre hanno conoscenze tecniche e tattiche, e hanno uno stile ben chiaro. E poi c’è Baroni: ha organizzato una squadra divertente che ha offerto un ottimo livello di gioco".

Sezione: Copertina / Data: Sab 29 marzo 2025 alle 09:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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