E' un sabato qualunque, un sabato italiano che arriva al termine di una settimana europea in cui l'Inter ha scoperto che evitare i playoff è stato il migliore affare stagionale. In più, prima di accogliere il Genoa dell'ex Patrick Vieira in quel San Siro che fu casa sua per due anni e mezzo, i nerazzurri hanno conosciuto il loro destino in Champions League più vicino, il Feyenoord, ma anche lontano con lo svelamento del tabellone meno proibitivo (almeno sulla carta) che Simone Inzaghi vorrebbe, parole sue, trasformare in un sogno. A parole l'Inter non si è nascosta, ma neanche in campo, almeno guardando l'approccio al match: nei primi dieci minuti si gioca in una sola metà camp0, anche se Nicola Leali deve compiere una sola parata, peraltro a gioco fermo. Il Grifone, ordinato e compatto con un blocco medio-basso, non rinuncia a proporsi nella metà campo avversaria le volte che ha il pallone tra i piedi. Come all'11esimo, quando Alessandro Zanoli sgroppa sulla fascia destra, prima di offrire un pallone a rimorchio per Fabio Miretti. E' un rigore in movimento, nel traffico dell'area nerazzurra, dentro al quale si ferma il pallone che non può minacciare Josep Martinez, che riceve un benvenuto non così brutale dalla sua ex squadra. I rossoblu, col passare del tempo, guadagnano fiducia e metri in avanti, tanto da arrivare a un'altra conclusione, non proprio di quelle che si annotano sul taccuino delle occasioni: Patrizio Masini spara al primo anello blu. Sono comunque segnali che Simone Inzaghi non apprezza, tanto da sconfinare più volte dall'area tecnica per chiedere ai suoi di limitare le avanzate degli avversari, nate da errori di imprecisione dell'Inter, inusualmente lunga a livello di reparti. Al 34', la Beneamata torna a farsi vedere dalla parte opposta con un tiro di Benjamin Pavard respinto in corner. Nulla di fatto qui e fino al duplice fischio: l'unica cosa da segnalare è l'infortunio occorso al 43' a Joaquin Correa, che rimane in campo praticamente senza possibilità di muoversi perché Simone Inzaghi decide che non è saggio usare uno slot per il cambio. Rimandando l'ingresso di Mehdi Taremi nella ripresa. Zero a zero il parziale, logica conseguenza di 46' minuti senza guizzi. 

SECONDO TEMPO - 

Si inizia con una novità: il cambio annunciato Taremi per Correa e il copione iniziale del primo tempo con l'Inter che parte meglio. Producendo un tiro altissimo di Denzel Dumfries al 48'. Nella più classica delle ripartenze genoane, Henrikh Mkhitaryan interrompe un'azione promettente ma schiva il giallo. Essendo uno dei tre diffidati nerazzurri in campo (come lui Bastoni e Barella), gli è andato doppiamente bene, visto che - per i pochi che non lo sapessero - domenica prossima c'è il big match scudetto contro il Napoli. Seguendo la sceneggiatura del primo tempo, il Genoa torna ad approfittare di alcune sbavature dei padroni di casa e quasi quasi trovano il vantaggio. Sulla loro strada, però, Francesco Acerbi, provvidenziale in chiusura su Jeff Ekhator, lanciato a tu per tu con Martinez. Al 60', Barella tenta il gol dell'anno calciando da 40 metri dopo una sponda aerea di Lautaro. Leali è fuori dai pali ma ha tutto il tempo per recuperare posizione e palla con un passettino all'indietro. Al 65' comincia la girandola di cambi: nell'Inter dentro Calhamoglu e Zielinski al posto di Asllani e Mkhitaryan, mentre Vieira opera tra cambiamenti mandando in campo Messias, Cornet ed Ekuban (richiamati in panchina Zanoli, Ekhator e Pinamonti). Le pedine mosse generano l'occasione più grossa dell'intera partita: Calha arma il destro di Barella che abusa della potenza e cogliendo l'incrocio dei pali. Taremi tenta il tap-in acrobatico in rovesciata ma manca il pallone. Corso lo spavento, Vieira inserisce Onana per lo sfiancato Miretti. Al 76',  i liguri rispondono con la loro chance migliore: sugli sviluppi di un corner, in seguito a un flipper, Ekuban si ritrova la palla buona per colpire di testa a rete. Ma un'ombra lo oscura, chiudendogli la porta in faccia. E' quella d Martinez, che si fa trovare pronto. Gol su corner sbagliato, gol su corner subito: Calhanoglu disegna il cross dalla bandierina, sbuca Lautaro che di testa la mette dentro, grazie alla deviazione di Masini che allunga la traiettoria. Il Toro fa esplodere San Siro e si arrampica sulla vetrata come dopo quel famoso gol nell'euroderby. Altri cambi per Inzaghi Bastoni e Acerbi lasciano spazio a De Vrij e Zalewski. Il Genoa è tutt'altro che morto. Appena ha la possibilità, scende sulla destra con Corner, che mette in mezzo una palla che passa paurosamente davanti alla porta prima di essere deviata in maniera troppo soft dal neo entrato Venturino. Poi è il turno di Frendrup: tiro di prima intenzione che sorvola la traversa. All'85', Inzaghi spende l'ultimo cambio per irrobustire la difesa: Darmian prende il posto di Dimarco. All'89', Taremi si mangia letteralmente il gol che avrebbe mandato i titoli di coda in anticipo. Nel recupero lo imita Lautaro due volte: il risultato non si smuove dall'1-0. Che all'Inter basta e avanza per salire in vetta alla classifica anche solo per una notte. Per ricordare l'effetto che fa, aspettando il Napoli.  

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Sezione: Focus / Data: Sab 22 febbraio 2025 alle 22:43 / Fonte: Dall'inviato a San Siro
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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