"Petar Sucic corre, corre e non si ferma. Fa almeno 13 chilometri a partita e in mezzo sa fare tutto: il regista, la mezzala e il fantasista. È un tuttofare di talento". A garantire sulla bontà del nuovo acquisto dell'Inter ai microfoni de La Gazzetta dello Sport ci pensa Nenad Bjelica, ex allenatore dello Spezia ma soprattutto della Dinamo Zagabria, dove nel 2024 ha avuto a che fare da vicino con il promettente classe 2003 croato.

Bjelica, che giocatore ha preso l’Inter? 
"Un talento puro. Farà carriera in nerazzurro".

Arriva per circa 16 milioni bonus compresi. Un affare? 
"Considerando i prezzi che girano oggi per i centrocampisti, assolutamente sì. È un giocatore e un ragazzo da 10. L’ho allenato soltanto per 8 partite, poi si è infortunato al metatarso e abbiamo iniziato a perdere o a pareggiare. Era fondamentale"

Ce lo descriva: tre pregi da sottolineare? 
"Ti dà equilibrio, sa fare il regista e la mezzala e ha ottime capacità di inserimento. Sotto la mia gestione ha segnato tre gol, tra cui due in Champions contro Monaco e Slovan Bratislava. Il terzo pregio è la facilità di corsa. È un centrocampista box to box".

Dov’è che deve migliorare, invece? 
"Nella gestione della partita. A volte ha delle pause"-

Calhanoglu, Mkhitaryan, Barella: a chi somiglia? 
"Direi Barella. Dategli un centrocampo a tre e lui sarà a suo agio. Io l’ho fatto giocare anche da regista, ma il meglio l’ha dato da mezzala". 

Meglio a destra o a sinistra? 
"Forse a destra, ma in Champions, ad esempio, ha segnato partendo da sinistra. In ogni caso, è il numero 8 ideale di ogni squadra. Ha la gamba di chi randella e il pigli di chi inventa e punge". 

I tifosi dell’Inter sognano Brozovic. Ha qualcosa di lui?
"Gli somiglia un po', ma Sucic è molto più offensivo e sa segnare qualche gol in più. Inoltre, sa buttarla dentro in tutti i modi, soprattutto se parte da dietro e si inserisce in area".

Come Frattesi, del resto. 
"Potenzialmente, Sucic è più forte. È intelligente, entra spesso in area e poi torna a centrocampo per gestire il pallone e randellare quando serve. Parliamo di uno stakanovista: ha il fuoco dentro".

Un aneddoto che l'ha colpita?
"A novembre 2024 fu convocato dalla nazionale croata e venne espulso dopo mezz’ora, ma scelse di restare col gruppo. Lo chiamai il lunedì chiedendogli come stesse e sondando la sua disponibilità a giocare dall’inizio una volta rientrato. Mi serviva una mano, lui fu schietto: 'Che problema c’è? Gioco e vinciamo'". 

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Sezione: Focus / Data: Dom 09 febbraio 2025 alle 13:06
Autore: Stefano Bertocchi
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