"Pensa che per merito mio venticinque anni fa fu cambiata addirittura una regola sulle esultanze". Lo dice Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna, intervistato dal Corriere dello Sport

D’accordo, racconta. 
"Verona-Inter, nel 2000, segno il mio primo gol in serie A e perdo letteralmente la testa, avevo vent’anni, il primo gol, capisci? E contro l’Inter poi. A quel tempo non si poteva uscire dal rettangolo di gioco. Io passo il Rubicone al Bentegodi, dove c’era la pista d’atletica e rimedio il secondo giallo da Rodomonti, mi pare, l’altro l’avevo preso pochi minuti prima. Il giorno dopo si accende il dibattito sull’argomento e la regola viene modificata. A Marassi o a Cesena non sarebbe successo. Venivano penalizzate le squadre che giocavano negli stadi con la pista d’atletica»" 

Quanto è stato difficile subentrare a Motta? 
"Bologna era una delle panchine più bollenti dell’estate, Motta aveva fatto un grande lavoro, il bel gioco, la Champions dopo sessant’anni. Ho parlato più volte con Sartori, che conoscevo, e con Fenucci, sono stati chiari anticipandomi che ci sarebbero state delle uscite importanti e inevitabili". 

Alcuni tuoi giocatori sono cresciuti parecchio. 
"Dominguez e Castro su tutti. Il primo è stato una sorpresa, da quando è arrivato a oggi è cambiato anche come atteggiamento, ha personalità, l’uno contro uno, che io cerco di isolare, infiamma il pubblico e a me i giocatori come lui piacciono da sempre, può diventare un top. I progressi di Castro sono costanti, mi ricorda il primo Lautaro". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 10 gennaio 2025 alle 12:28 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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