È come se la stagione della seconda stella non si fosse mai interrotta? A rispondere è Gianfelice Facchetti, raggiunto dai colleghi del Corriere della Sera per discutere di questo avvio di campionato in cui la squadra di Simone Inzaghi "ha ricominciato laddove aveva terminato. Anche con il Genoa, pur pareggiando, ha mostrato quella voglia e determinazione che rappresentano la cifra stilistica dell'Inter. Con buona pace di chi pensava che, dopo lo scudetto, i giocatori non sarebbero riusciti a esibire la stessa abnegazione, contro l’Atalanta la squadra ha disputato una gara altamente spettacolare". 

La posizione in classifica però non illuda. La strada è lunga e le avversarie numerose.
"Se guardiamo gli investimenti della Juventus sul mercato, risulta difficile non indicarla fra le principali concorrenti. Lo stesso discorso vale per il Napoli che con Conte alza il livello di competitività. In corsa c’è anche la Roma dopo che già nella stagione passata De Rossi aveva fornito alla squadra un’identità precisa".

Il Milan?
"Davvero non so, ha avuto un inizio complicato".

Prima il Monza e poi proprio i rossoneri:
"Sarà un primo snodo importante della stagione. Va detto che pur dopo il cambio di proprietà emerge una grande compattezza fra dirigenti, tecnico, giocatori e ambiente. Una sensazione di unità che rafforza la squadra".

Praticamente ciò che manca a Milanello, con Fonseca nel mirino dei tifosi e con le stelle ammutinatesi all’Olimpico sabato.
"All’Inter c’è una grande semplicità e chiarezza nella distribuzione dei compiti. Anche nel periodo di minor liquidità i dirigenti sono stati bravi a convincere giocatori forti a scegliere l’Inter, anche se sono parametri zero". 

Il passaggio da Zhang a Oaktree non ha prodotto scossoni.
"Il fondo è entrato in punta di piedi affidandosi a manager che già c’erano e stavano svolgendo un ottimo lavoro". 

Su Romelu Lukaku tornato con Conte:
"Siamo grati per quello che ha fatto ma noi abbiamo un reparto d’attacco ben assortito con Lautaro, Thuram e Taremi".

È un’Inter sempre più inzaghiana.
"Riflettevo su un fatto: nella storia ci siamo sempre affidati a tecnici che sembravano sergenti e ci spingevano in campo quasi con il motto noi contro tutti. Simone rappresenta la discontinuità: ha un modo di stemperare le tensioni e di far star bene i giocatori che lo rende simile ad Ancelotti. Teniamocelo stretto".

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Sezione: Copertina / Data: Mer 04 settembre 2024 alle 16:43
Autore: Egle Patanè
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