"Se dico che il mercato è finito, ci credete?". La frase post-sbornia scudetto pronunciata lo scorso 22 aprile da Piero Ausilio fu un’iperbole che ovviamente non ha resistito al cinismo del tempo. Dal derby bistellato al giorno d’apertura della sessione estiva è cambiata una proprietà, ma non la strategia dei dirigenti che da qualche settimana si prendono il lusso di dire a media che la rosa è già confezionata. Tesi legittima per chi lavora con lungimiranza, giocando d’anticipo sulla concorrenza per accaparrarsi alcuni dei migliori free agent su piazza: non sorprende, quindi, che il 1° luglio il contratto di Piotr Zielinski, svincolato dal Napoli, fosse già stato depositato negli uffici della Lega Serie A. Presto sarà il turno di Mehdi Taremi, che ha già annunciato ai media iraniani la road map del suo sbarco a Milano. Due colpi dati per scontati, e non per una questione economica dei cartellini pagati zero euro, ma perché finalizzati troppo in anticipo rispetto al momento più caldo delle trattative.

In questi giorni, infatti, la fa da padrone la Juventus, con Cristiano Giuntoli che gioca a Football Manager, avverando i sogni di milioni di tifosi bianconeri che ormai considerano un lontano ricordo l’immobilismo di un’estate fa. L’estate della rivoluzione per l’Inter, che per i noti motivi dovette sostituire alcuni titolari o co-titolari. Le operazioni furano così numerose in entrata e in uscita che, all’epoca, si faticava a capire se la squadra ne fosse uscita rinforzata o meno, anche perché arrivava da una stagione contraddittoria conclusa con la finale di Champions League ma dopo un campionato ampiamente insufficiente. Ora la seconda stella cucita sul petto suggerisce di non toccare un meccanismo che funziona benissimo, a tal punto che si esulta per una permanenza o per i rinnovi. Il messaggio d’amore di Hakan Calhanoglu, che le cronache turche già dipingevano con la maglia del Bayern Monaco, è stato vissuto come un acquisto, anche se per qualche ora c’era chi aveva disegnato i più svariati scenari per la sua sostituzione. Idem dicasi per Lautaro Martinez, che a un certo punto la stampa aveva messo davanti a un bivio: rinnovo o cessione. Un dilemma durato poche ore, il tempo di apprendere che il Toro aveva accettato l’adeguamento del contratto a 9,5 milioni di euro più bonus fino al 2029. Aspettando l’annuncio, i tifosi hanno tirato un sospirone profondo perché i top in rosa ‘attaccabili’ dalle big sono finiti. Nicolò Barella, infatti, la firma sul prolungamento l’ha già messa, precisando che su questa scelta non ha mai avuto dubbi. Quanto ad Alessandro Bastoni, nome chiacchierato un anno fa, ha detto tutto il suo procuratore uscendo dalla sede ormai un mese fa: "Ma ha un contratto di 4 anni con l'Inter... Siamo tutti interisti”, le parole di Tullio Tinti. Che presto siglerà anche il nuovo matrimonio tra l’Inter e Simone Inzaghi. Forse la notizia che tutto l’ambiente aspetta con più attesa, la garanzia su un progetto che va avanti nonostante gli imprevisti, grandi o piccoli che siano. 

La ‘sfida’ più grande ora è capire come agire dopo il grave infortunio occorso a Tajon Buchanan, che dovrà star fuori almeno 4 mesi. "Valuteremo attentamente quello che potrebbe essere un organico più completo, alla luce delle numerosi competizioni alle quali partecipiamo”, ha detto Beppe Marotta ieri rispondendo a precisa domanda. Insomma, l’Inter, non che sia una novità, è pronta a cogliere le eventuali occasioni e ha due mesi per farlo. In attesa di accogliere Josep Martinez, la sensazione è che gli acquisti non si esauriranno con l’arrivo del vice Sommer. Il mercato non è finito, lo sa bene anche Ausilio. Anche se, per ora, il neo presidente si è sentito di escludere il nome più caldo, leggi Albert Gudmundsson

(notizia in aggiornamento)

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 luglio 2024 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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