Luciano Spalletti è un grandissimo allenatore. Tra i più preparati nel mondo. Un mister che ha ottenuto successi storici e contro qualsiasi previsione. Se infatti tutti ricordano solo l’anno clamoroso al Napoli, io non dimentico il suo Empoli, una squadra fantastica, l’Udinese, i trionfi russi con lo Zenit. E così via. La verità è che io non sono nessuno per permettermi di scrivere: “Ha sbagliato questo o quello”. Però, anche grazie al lavoro che faccio, posso provare a scrivere una mia opinione, giusta o sbagliata che sia, per esprimere un mio pensiero. E dimostrare come effettivamente in Italia ci siano 60 milioni di ct, più uno.

Secondo me Bastoni il meglio lo dà come braccetto nella difesa a tre. Sia per i compiti difensivi, sia per quelli offensivi. Lo si è visto con Inzaghi. Questo non significa che sia scarso a 4, perché se uno è forte, è forte. Ma che probabilmente dopo aver giocato una vita in un certo modo, è lì dove si possono ammirare maggiormente le sue qualità. Stesso discorso per Dimarco. Se parliamo di uno dei migliori esterni d’Europa e poi con la casacca azzurra non fa la differenza, c’è qualcosa che non va. Darmian ormai è un terzo di difesa o un laterale destro. Ha giocato anche in fascia mancina, ok. Però le cose cambiano… Su Barella e Frattesi non si può dire nulla. Ognuno può chiedere ai suoi ragazzi i compiti che ritiene più opportuni. Ma, con tutto il rispetto possibile per Jorginho, ad oggi Calhanoglu (ma pure Mkhitaryan) è due categorie superiore. Siccome il turco non può cambiare nazionale, si deve tenere conto anche di chi può giocare. E di cosa possa fare anche in funzione del compagno di squadra.

Questo cosa significa? Che giustamente Spalletti, che capisce di calcio molto più di me ed è uno straordinario allenatore, se davvero volesse usare al meglio il blocco Inter, potrebbe far giocare la sua squadra sulla falsariga di quella di Inzaghi.

Attenzione: qualora ci fossero giocatori che lui ritieni migliori di quelli nerazzurri, che li faccia giocare, ci mancherebbe (come tra l’altro ha anche già fatto). Ma non è che se l’Italia vince è merito del blocco interista e se perde è colpa degli altri. O viceversa, che è quello che va per la maggiore in giro. Questione di modo di affrontare l’avversario. Ma anche di semantica. Quella che i detrattori dei nerazzurri portano avanti a proprio piacimento.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 28 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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