Al triplice fischio finale di Daniele Doveri la sensazione è che l'Inter si sia presentata al Franchi ancora sotto choc per quanto accaduto a Edo Bove 67 giorni prima. Il 3-0 finale per la Fiorentina va oltre ogni logica del pallone, considerando le numerose assenze tra i padroni di casa, 'vittime' del loro restyling sul mercato e l'ambizione di rimuovere con personalità e 3 punti l'ultimo asterisco da parte dell'Inter. Invece la bellezza, a volte estasiante e altre crudele di questo gioco regala una serata da sogno ai viola e da incubo ai nerazzurri.

Certo, le proporzioni finali non erano minimamente preventivabili, però sin dall'inizio della partita, esattamente dalla rimessa di Robin Gosens al minuto 17, si era capito che per gli ospiti sarebbe stata una serata complicata. Troppo ben organizzata la Fiorentina, perfetta nell'impedire ogni tentativo di dialogo avversario e pungente davanti in ripartenza, rispolverando il vecchio e mai tramontato 'difesa e contropiede'. Ed è così che l'Inter si ferma a un destro dalla distanza di Lautaro Martinez, mentre all'intervallo la squadra di Raffaele Palladino recrimina per le occasioni sprecate da Moise Kean e Dodò.

Il preludio a una ripresa non certo migliore per i Campioni d'Italia, incapaci di trovare pertugi nell'area di rigore viola e sempre in ritardo di un tempo in entrambe le metà campo. A furia di cincischiare senza cattiveria, alla fine la rete la segnano i padroni di casa non in contropiede, ma su schema da corner che vede Luca Ranieri esibirsi in una perfetta volée mancina. Episodio traumatico per i ragazzi di Simone Inzaghi, che cercano una reazione confusa e inefficace salvo poi scoprire il fianco alle frecce viola e vedere Yann Sommer capitolare ancora dopo una giocata semplice ma lineare: cross di Dodò sul secondo palo, inzuccata vincente di Kean.

Il canovaccio non cambia, Inzaghi getta nella mischia due attaccanti e aumenta la presenza nell'area avversaria esponendosi però ulteriormente ai contropiede letali della Fiorentina. E al terzo gol che arriva su retropassaggio inopinato di Federico Dimarco al solito Kean, per il quale è un gioco da ragazzi metterla in rete con il portiere fuori dai propri pali. Un'ultima azione che è il manifesto della prestazione nerazzurra al Franchi: tanti errori, distrazioni, inconsistenza sia davanti sia dietro. Per la gioia del popolo fiorentino, ma anche di quello napoletano.

Sezione: Focus / Data: Gio 06 febbraio 2025 alle 22:35
Autore: Fabio Costantino
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