Era il 28 aprile 2024 quando l'Inter ospitò l'ultima volta in casa il Torino. E la squadra di Inzaghi, che quella gara la vinse per 2-0 con doppietta di Hakan Calhanoglu, propiziò la festa scudetto che stava per andare in scena coinvolgendo una città intera per ore con tanto di tre punti e match che non ebbe grande storia. A presentarsi al Meazza questa sera è però un Toro profondamente diverso e non esclusivamente per il cambio in panchina, ma per atteggiamento, gioco, aggressività e personalità. Caratteristiche che la squadra di Vanoli, oggi in tribuna per squalifica e perciò guida affidata al suo vice Lino Godinho, non riesce ad esprimere come fatto in questo avvio di campionato, scontrandosi contro un'Inter traboccante di voglia di conferme come lo stesso Inzaghi chiede, ancora una volta, ai microfoni prima del fischio d'inizio. Ed esattamente come lo scorso martedì contro la Stella Rossa: Inzaghi ordina, l'Inter esegue. Ancora un tassellino che rimette a posto il cammino che il ko al derby aveva scompensato. Manca il gol di Thuram? Era stato incalzato Inzaghi nell'immediato pre-gara, quesito che ben è giovato al Tikus, rimasto in panchina per tutta l'eurogara di martedì e tornato carico a palla. Non è servito molto ai nerazzurri per carburare, al contrario, la squadra di Inzaghi entra con piglio e piede giusto e dopo qualche errore sotto porta iniziale, valso come riscaldamento e l'incentivo psicologico che l'espulsione di Maripan, al 20esimo, regala, ci pensa proprio il francese di cui sopra a far esultare per la prima volta i 73 mila e rotti interisti presenti sugli spalti del Meazza. 

Cross dalla sinistra di Bastoni, stacco sopra tutti del Tikus e sberla di testa che lascia di sasso difesa e portiere granata. La serata non gira a favore della squadra ospite e dopo l'obbligata inferiorità numerica imposta da Maripan dopo il fallaccio sulla caviglia di Thuram che Marcenaro aveva sulle prime sanzionato con un giallo che il VAR fa tingere di rosso, Godinho è costretto a sostituire anche Adams. L'iniezione di energie fresche però non è d'ausilio ai torinesi che a cinque minuti dall'interruzione per la sostituzione, dieci dal gol subito, subiscono ancora un assedio da parte dei campioni d'Italia che esultano ancora grazie al numero 9. Questa volta a servire Marcus è Acerbi, ancora da sinistra, che l'ex 'Gladbach ancora colpisce di testa. Non fa in tempo a festeggiare però stavolta il Meazza e mentre gli interisti sugli spalti si godono la scena più bella della serata confezionata da una ThuLa che emoziona. Altra scena da incorniciare quella di cui si rende protagonista il capitano, commosso per il ritorno al gol del compagno di reparto, e sinceramente entusiasta come mostra l'abbraccio a quasi venti metri da Milinkovic-Savic. L'adrenalina gioca però brutti scherzi ai ragazzi di Inzaghi e mentre i cori sono ancora tutti per il Tikus, Dusan Zapata approfitta di un ingenuo Bisseck e insacca il gol del 2-1 tra l'incredulità dei presenti.

Le brutte sorprese per gli interisti non sono però finite e dopo un secondo tempo, ancora una volta appannaggio della squadra di casa che gestisce per tutto il tempo le redini del gioco, subendo qualcosina in pressione ma senza rischiare mai davvero grossi colpi, e un 3-1 sottoscritto ancora una volta da un irrefrenabile e indomo numero 9, commette l'ingenuità di regalare un rigore generosamente concesso da Marcenaro per un contatto tra Calhanoglu e Masina che andrebbe decisamente rivisto. Rigore che toglie un po' di smalto alla squadra di Inzaghi che per qualche frazione di secondo perde bussola e fermezza nervosa, rischia qualcosa e si divora almeno tre occasioni nitide, clamorosa quella di Taremi. Ma non c'è più tempo, finiscono anche i sei minuti di recupero, è triplice fischio: l'Inter, dopo ottanta minuti di serenità, batte il Torino con qualche batticuore nel finale e porta a casa altri fondamentali punti mandando i suoi InterNazionali in pausa con il sorriso.

Sezione: Focus / Data: Sab 05 ottobre 2024 alle 22:53
Autore: Egle Patanè
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