Il Fatto Quotidiano torna sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato all'omicidio di Antonio Bellocco, assassinato all’interno della propria automobile da Andrea Beretta, massimo esponente del nuovo corso della Curva Nord interista. A quanto emerge dalla composizione del puzzle, uno dei pomi della discordia stava nello striscione unico con l'identificativo Curva Nord che campeggiava nel secondo anello verde in sostituzione ai drappi dei vari gruppi del secondo anello verde. Una rivoluzione voluta da Marco Ferdico e Beretta dopo aver stretto un patto con il leader della Sud, Luca Lucci, al fine di accentrare il potere per organizzare meglio la spartizione dei proventi, imposta anche con la forza ai gruppi che non gradivano la scelta, così come Vittorio Boiocchi, l'ex ultras assassinato qualche anno fa. 

Immediatamente dopo l’omicidio, si legge su Il Fatto Quitidiano,  Beretta si rese irreperibile per due giorni, distruggendo e bruciando il proprio cellulare all’interno di un microonde. Rintracciato il 31 ottobre, Beretta spiegò che dopo gli scontri di Inter Napoli in cui perse la vita Daniele Belardinelli, Biocchi aveva individuato lui come più stretto collaboratore nella gestione del merchandising, con l’apertura del negozio di Pioltello “We are Milano”, un'attività da circa 85 mila euro l’anno. Non mancano le frizioni con Beretta, accusato proprio da Boiocchi di tenersi in tasca del denaro. Dissapori che non erano stati risolti e come spiega la procura, sorgono dei dubbi su quello che ai tempi fu l’atteggiamento di Beretta: “un atteggiamento fortemente sospetto e i fatti che ne scaturirono subito dopo potrebbero anche essere indicativi del possibile movente”. Subito dopo l’omicidio di Boiocchi, infine, Beretta inizia a promuovere la candidatura di Marco Ferdico come frontman del nuovo corso, attuando una politica violenta nei confronti dei vari gruppi e avanzando con prepotenza verso la nascita dello striscione unico.

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Sezione: Focus / Data: Mar 08 ottobre 2024 alle 12:22
Autore: Redazione FcInterNews.it
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