È l'ultimo mercoledì di gennaio e agli occhi dell'universo pallonaro c'è un evento straordinario, tanto potenzialmente bello quanto imprevedibile. Il nuovo format della Champions conduce sul binario dell'imprevedibilità. 36 squadre in campo contemporaneamente e una classifica da definire. Ma l'Inter scende in campo pensando solo a sé stessa, volendo. Il binario agevole è quello dell'aggressività e la squadra di Inzaghi incanala la partita sulla corrente prediletta, perché il rigore per fallo su Thuram permette a Lautaro di piegare per la prima volta la resistenza monegasca. Nessun colpo da teatro, un sussolto cinico e prevedibile, nella notte europea che sa come esaltare le rampanti pedine inzaghiane. Governare le proprie azioni guardando solamente il proprio giardino è

L'INTER-ETIQUETTE. Con lo sviluppo di internet è diventata preponderante la parola 'Netiquette', che è la fusione tra il sostantivo inglese “net” (rete) e quello francese étiquette (buona educazione). Riguarda un insieme di regole che disciplinano il comportamento di un utente di Internet. A San Siro va in scena l'Inter-Etiquette, una dimensione soggettiva (dei giocatori) e oggettiva (di tutta la società) allo stesso tempo, che ricerca la contemporaneità e suggella sicurezze. Era fondamentale governare il proprio presente e l'inferiorità monegasca agevola e non poco il compito al Biscione, che decide di continuare a macinare gioco, sfruttando la spavalderia (poco disciplinata, per restare in tema di etiquette) ospite. Così il raddoppio firmato ancora dal Toro ha il sapore di una mazzata bella e buona. Autorità non convenzionale: l'Inter gioca in scioltezza come un organo di vigilanza, monitora sviluppi offensivi e difensivi, riordinando le idee senza strafare, ma cercando sempre le situazioni predilette della profondità.

PILOTA AUTOMATICO (INTELLIGENZA NATURALE): IL FESTIVAL DI LAUTI. C'era un tempo, nemmeno troppo lontano e abbastanza prolungato, in cui Lautaro faceva tanta fatica a legare il gioco e a timbrare sotto porta. Da un po' il Toro si è impossessato nuovamente delle chiavi realizzative, tornando il Re Mida che trasforma in oro ogni tocco magico del pallone. Si parla tanto d'intelligenza artificiale e la gestione del secondo tempo interista è automatizzata, quasi intelligentemente proiettata al derby. Il tris di Lauti archivia la pratica monegasca e in campo restano i duelli, le lotte che non mancano mai e la voglia di continuare a spingere. In panchina si scherza (la flip bottle di Thuram ne è una prova lampante), a Lautaro viene concessa una standing ovation mozzafiato perché è tornato a regnare nel Paradiso del gol. Il percorso interista è stato pressoché perfetto in questo sperimento chiamato nuova Champions. La top 8 è un traguardo pregiato e meritato. La proiezione, adesso, è sui due mesi pronti a iniziare: febbraio e marzo forniranno indizi molto indicativi per il prosieguo del cammino.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 30 gennaio 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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