Primo sabato d'aprile, un tardo pomeriggio condensato con la speranza aritmetica di allungare le distanze sul Napoli. L'Inter si presenta al Tardini di Parma con grande consapevolezza e voglia di continuare a correre verso la conquista del tricolore. Squilla il settore ospiti poco prima del quarto d'ora di gioco: Darmian deposita nel sacco con ottima padronanza tecnica e gestionale. Lo sviluppo interista è il consueto e mette in chiaro le intenzioni battagliere. Cuore, grinta e intensità: il potenziale energico messo in campo dalla formazione nerazzurra è determinante per siglare il vantaggio, per poi gestirlo e continuare ad affondare il colpo. L'operazione accessibile è quella basata sulla concretezza tecnica e agonistica: i tasselli fondamentali sul piano tecnico vengono certificati da un apparato energico consistente. Sommer era stato decisivo poco prima sul tiro a botta sicura di Bonny (l'importanza di avere un portiere affidabile è sempre particolarmente significativa, ndr), così i nerazzurri hanno messo la sfida sul binario prediletto.

GESTIONE POSITIVA DELLA PRIMA FRAZIONE. Con una carambola incredibile Thuram sigla il raddoppio, sfruttando la prateria della linea difensiva dei ducali. Quando il Biscione aggredisce la porta crea molti pericoli ineluttabilmente. L'equilibrio interista risiede nei tasselli cinici ancora da esplorare. Analizzando l'aspetto puramente numerico, Tikus sale a quota 14 (non segnava da nove partite in campionato), una quota consona per le sue ambizioni tecniche. Nessun principio dogmatico: l'esperienza sensoriale è alla base della conoscenza nerazzurra. La miglior definizione del primo tempo interista è il carpe diem: cogliere l'attimo al momento opportuno. Il Parma sbaglia due occasioni molto pesanti, l'Inter lo punisce dettando legge con l'enorme padronanza esecutiva e gestionale.

INTER DOUBLE FACE: COME DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE Il secondo tempo sembra davvero l'opposto di quanto è accaduto nel corso della prima frazione. Un atteggiamento improntato al severo risparmio delle energie conduce l'Inter su un binario molto difficoltoso. Ed ecco che la truppa di Chivu si fa pericolosa sin da subito senza indugiare troppo. L'attacco ducale è minaccioso, l'Inter si difende come può ma incassa il colpo prezioso di Bernabé, che estrae il coniglio dal cilindro accorciando le distanze con un colpo di classe rilevante. Come Dottor Jekyll e Mr. Hyde, l'Inter a due specchi in questa apparizione non convince. Perché arriva anche il pareggio firmato Ondrejka si concretizza. Dopo il 2-2, ecco che il Parma si proietta interamente in difesa del risultato, mentre l'Inter prova a costruire gioco, seppur senza grossa forza nell'approccio offensivo. Il gioco vive di fiammate, nel finale Pellegrino ha una chance davvero ghiotta per far decollare il Parma. Sprint, accelerazioni, costruzioni aggiuntive, sovrapposizioni e sovrastazioni. Il primo e il secondo tempo, due volti dello stesso risultato. Il pareggio assume il sapore di un rammarico. Un'occasione persa, perché l'Inter aveva in pugno la partita e non riesce a condurre in porto la vittoria.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 06 aprile 2025 alle 08:00
Autore: Niccolò Anfosso
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