"Amiamo veramente giocare assieme, siamo un gruppo molto unito. Sono arrivato a luglio, ma mi sembra di essere qui da tanti anni". Marcus Thuram esprime così, in poche parole, la felicità di giocare nell'Inter, in un'intervista al Corriere della Sera.

Da esterno d'attacco a centravanti, una metamorfosi partita da lontano. "Da quando ero piccolo tutti mi dicevano che un giorno sarei stato un numero 9, ma a me non piaceva molto: volevo stare sull’ala, dribblare, prendere la palla. L’anno scorso a inizio stagione ho avuto una discussione con mio padre: ci siamo detti le cose e ho scelto di giocare centravanti. Benzema? A me piace molto, è un’ispirazione di sicuro. E un giorno vorrei arrivare al suo livello: ci provo".

Ci sono aspetti in cui Thuram sente di poter crescere. "Ho imparato tantissimo e spero di imparare ancora tanto: posso crescere dappertutto, nel dribbling, nella corsa, nella difesa, nel tiro. Mi fermo spesso dopo l’allenamento a fare del lavoro extra, sul campo e con i video. Sono migliorato molto nel posizionamento senza palla, perché qui in Italia si lavora tanto tatticamente e si impara che un movimento può aiutare un compagno. Il mio rendimento? Quando sono arrivato all’Inter non ho sentito quello che diceva la gente. Sono arrivato per aiutare la squadra, avevo parlato con Piero (il d.s. Ausilio ndr ) già due anni fa, poi l’infortunio mi ha bloccato. Contava solo quello che pensavano lui e il mister su di me: ho lavorato, ho ascoltato tanto anche i compagni e sono contento di quello che sto facendo".

Due in particolare hanno deciso la gara contro la Roma dello scorso weekend, con un gol e un autogol procurato. Una tappa importante nella corsa al titolo, sapendo che c'è sempre la Champions all'orizzonte. "Penso - dice il francese - che tutte le partite siano importanti per lo scudetto, poi vedremo alla fine: ci sono ancora tante gare importanti. E noi proviamo a prendere i 3 punti in ogni partita. I miei gol più pesanti alla Roma di Lukaku? È solo un caso. E non credo che l’assist contro la Juve all’andata fosse meno pesante: per me gli assist valgono come i gol. La Champions? Proviamo ad essere pronti a ogni partita. E questa sarà durissima, contro un avversario forte: sarà bella. Fame di vincere? Tanta, tanta. Altrimenti non sarei qua all’Inter. Voglio vincere tutto quello che c’è da vincere e aiutare la squadra".

Infine due passaggi su due connazionali: Mike Maignan, balzato agli onori delle cronache per il caso di razzismo subito a Udine, e... il fratello Khéphren. "Mike l’ho sentito. Quello che è successo è qualcosa di brutto, ma non qualcosa di nuovo. Uscire dal campo è stato il gesto giusto, anche delle squadre. Speriamo che si possa progredire, perché sono cose che si ripetono da tempo e niente sembra cambiare. Mio fratello? E' più forte di me. Per me un calciatore che può far bene in Italia, può farlo anche in Inghilterra: il calcio italiano non è meno forte".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 15 febbraio 2024 alle 09:24
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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