Franco Colomba festeggia 70 anni e parla alla Gazzetta dello Sport anche del calcio di oggi.

Ha allenato ben 17 club… E nel 2009 realizzò il sogno del Bologna.
«Era l’obiettivo. Fui chiamato nell’anno del centenario. Può immaginare cosa provai. Squadra in crisi. La salvai. Con Di Vaio, Adailton, Zalayeta. Quella che era stata la più grande gioia si è trasformata nella più grande delusione. In estate feci tutta la preparazione. Avevo il contratto. Ma la società stava cambiando proprietà. Ci preparammo alla prima con l’Inter, la sera mi esonerarono. Il ds era Carmine Longo. A capo della dirigenza c’era il sardo Porcedda».

Ma la sua perla da allenatore resta la Reggina.
«Cinque anni. Un presidente, Lillo Foti, molto presente. Ci sentiamo ancora. Era fisso lì e mai interferiva sulla formazione. Reggio non la dimentichi e loro non ti dimenticano».

Ha fatto crescere lì un certo Andrea Pirlo… E ne ha valorizzati in carriera. Chi ricorda?
«Pirlo è stato uno di quei gioielli che ti capitano. E benedici. Infatti l’Inter lo riprese subito. Lo facevo giocare più offensivo con dietro Baronio, ma già capii che sarebbe diventato un gran regista. Poi c’è stato Kallon. Iuliano a Salerno che andò alla Juve. Ma mi piace ricordare chi aveva talento e non ha sfondato come avrebbe potuto: Iannuzzi era un potenziale Zico, Alessio Pirri un potenziale Pirlo».

E’ stato pure al Napoli che sogna lo scudetto.
«Al Napoli di Naldi, stritolato dalle aspettative, ci andai dopo la promozione in A con la Reggina, ma quel Napoli in B non era uno squadrone. Oggi lo è. Conte sta sfruttando la scorsa disastrosa annata e ha portato energia nuova. Può vincere».

Con chi lotta?
«Inter e Atalanta. Ben allenate, non manca nulla. Gasperini ha quel modo di lavorare ad alta intensità. E ottiene risultati. Un miracolo sportivo. L’Atalanta gli ha dato carta bianca».

Sezione: News / Data: Mar 04 febbraio 2025 alle 21:22 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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