"Molto tesa e tattica perché nessuna delle due può permettersi di perdere. Allo stesso tempo, però, mi immagino un incontro bello e sentito come tutti i derby a Milano. Mi piacerebbe essere allo stadio". Questo è il derby che Oliver Bierhoff si aspetta, come ha raccontato alla Gazzetta dello Sport.

Chi arriva più pronto al derby?
"L’Inter perché ha vinto lo scorso campionato per distacco ed ora è seconda. Il Milan, invece, ha cambiato allenatore perché non ha trovato il ritmo giusto fin dalla via della stagione e purtroppo la classifica è sotto gli occhi di tutti. In più c’è stato l’ultimo turno di Champions nel quale i nerazzurri hanno centrato l’accesso tra le prime otto con una prestazione importante, mentre il Milan ha sprecato una grande occasione giocando male a Zagabria".

Quindi l’Inter è favorita?
"I risultati dicono questo, ma non sempre è un vantaggio perché il derby è una partita a sé. Si scende in campo per i tre punti, ma anche per fare contenti i tifosi e per impreziosire la stagione. Il Milan arriva da un momento di crisi e vuole ripartire".

Chi saranno i giocatori decisivi?
"Da milanista mi auguro Leao. Un interista? (ride) Non ci voglio pensare, anche se la prima squadra italiana che mi ha preso era l’Inter: non mi ha mai fatto giocare e mi ha prestato all’Ascoli...".

Un suggerimento: Lautaro?
"Lui è una certezza e dimostra il suo valore a suon di gol. Io però dico Calhanoglu. Ha avuto una bella evoluzione come calciatore e mi è dispiaciuto che abbia scelto la Turchia perché poteva giocare con la Germania insieme a Gündogan, Ozil e Musiala. Loro siamo riusciti a convincerli, Hakan no. Peccato...".

L’Inter, invece, viaggia forte grazie a Inzaghi.
"Simone in passato è stato criticato e ha vissuto momenti non facili, ma è abituato alle pressioni. Per lui parlano i risultati e come gestisce la squadra".

Ha giocato anche contro Inzaghi.
"Contro di lui e suo fratello. Pippo ha segnato di più, ma pure Simone era bravo: aveva l’intelligenza per capire dove aspettare il pallone".

Rispetto ai suoi derby tante cose sono cambiate, a partire dalle proprietà, ora entrambe americane.
"Nel 1991 quando sono arrivato in Italia, c’erano presidenti italiani che avevano un legame forte con le loro società e questo era molto bello. Ora il mondo del calcio è un po’ più... anonimo e ci si deve adattare. I nuovi investitori portano capitali freschi e possono far bene".

ACQUISTA QUI I PRODOTTI UFFICIALI INTER!

Sezione: Rassegna / Data: Sab 01 febbraio 2025 alle 12:40
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print