Tipica bellezza mediterranea. Occhi profondi color nocciola. Folta capigliatura scura. Forme ben definite. Discendenza spagnola. Quasi 50 mila seguaci su Instragram. Il cuore sportivo che batte per l’Inter e per Iker Casillas. Francesca Sara, 23enne di Avellino, in esclusiva per FcInterNews, racconta il suo mondo.
Di cosa si occupa nella vita e quali sono i suoi progetti?
“Sono laureata in lettere all’università di Salerno e a settembre mi trasferirò a Milano per proseguire gli studi in giornalismo. Il sogno è quello di poter trattare di sport. Scrivere è la mia passione e qualsiasi lavoro mi consenta di farlo andrà benissimo”.
È una star dei social. Come è riuscita a guadagnare così tanti follower?
“Io non mi considero tale. È vero, ho un gran seguito, e sono davvero felice e onorata che così tanta gente mi consideri degna di attenzione. Ma la verità è che per me i social non sono altro che un divertimento e uno svago. Se anche avessi 10 seguaci continuerei a pubblicare esattamente le stesse cose. Non do peso al numero dei miei follower”.
Perché il suo idolo è Casillas?
“La passione per Iker nasce tanto tempo fa, quando ho attraversato un periodo più che complicato della mia vita, e lui che già era uno dei calciatori che più ammiravo per meriti sportivi, si è dimostrato una persona umanamente meravigliosa, iniziando a rispondere ai messaggi che gli inviavo, pur consapevole che probabilmente non li avrebbe mai letti, con parole che mi restituirono speranza e fiducia nel futuro. Per lui è stato un qualcosa di naturale e senza importanza, per me ha significato il mondo. E poi, per una grande tifosa della Selección Española come me, lui sarà sempre il capitano dei tre titoli consecutivi. Una Leggenda, a prescindere da ogni altra cosa”.
Perché è interista?
“Il tifo per i colori nerazzurri scorre nelle vene della mia famiglia da tre generazioni. Era inevitabile diventare una supporter della Beneamata. Si respira fede in ogni angolo di casa, la squadra viene prima di tutto”.
Quale è stato il primo match che ha visto dal vivo a San Siro?
“Inter-Reggina: 2-0, la partita giocata in occasione del centenario interista, nel marzo 2008. Un’emozione indimenticabile”.
Qual è stata la sua prima maglia nerazzurra?
“La 13 di Maicon. Mio padre me la fece trovare appesa alla porta della mia cameretta ed io fui così emozionata e contenta che non riuscii a trattenere le lacrime”.
E quella che comprerà per la prossima annata?
“Prima della partita contro l’Empoli avevo promesso che in caso di vittoria avrei comprato la nuova maglietta con su il nome di chiunque avrebbe segnato. Tra i due marcatori ho scelto Radja. Ho già preso e indossato la sua casacca. Ma so che l’anno prossimo comperò l’ennesima di Skriniar. Nonostante ne abbia già due. È per me immancabile”.
Qual è il suo giocatore preferito di tutti i tempi della Beneamata? E della rosa attuale?
“Sarebbe scontato dire Zanetti, è la risposta che accomuna ogni tifoso interista, lui è fuori gara. Perciò dico Cambiasso. Cervello e tecnica fuori dal comune. Per quanto riguarda l’Inter attuale non ho dubbi: Milan Skriniar”.
Giusto mandare via Spalletti e prendere Conte?
“Credo che il mister di Certaldo sia un ottimo allenatore finché gli si chiede di mettere a posto le cose e tornare competitivi per la qualificazione all’Europa che conta. Quando si inizia ad ambire a qualcosa di più, però, a mio parere non è adatto. Più volte e in più squadre ha dimostrato di avere seri problemi con le personalità forti dello spogliatoio, che inevitabilmente gli sfugge dalle mani. Conte è per me la scelta migliore se vogliamo ritornare a creare problemi alla Juve. Giusto cambiare”.
Chi suggeriste per la campagna acquisti?
“Il mio sogno sarebbe vedere De Bruyne in nerazzurro. Ma so che è impossibile. Realisticamente punto su Barella o Rakitic. Il centrocampo va messo a posto prima di qualsiasi cosa. Per sostituire Mauro Icardi mi affido a Conte. Chiunque riterrà giusto per la sua visione di gioco andrà bene per me”.
Era a San Siro per la sfida contro l’Empoli. Come descriverebbe questa partita?
“Da infarto. L’Inter ci ha da sempre abituati a situazioni da cardiopalma, a partite da ‘o gloria o tragedia’, a finali dal fiato sospeso. Ma penso che contro i toscani si sia battuto ogni record. Alla fine siamo scoppiati in lacrime e ci siamo abbracciati con i vicini di posto come se ci conoscessimo da una vita. La famiglia più bella di tutte”.
Si tratta del match più emozionante che ha visto live dallo stadio?
“Tra quelle a cui ho assistito a San Siro, sicuramente si colloca al primo posto. Ho perso 10 anni di vita. Anche 15”.
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