L’ora dell’Inter scocca al ristorante bohémien L’Orologio in via Mengoni, a due passi dal Duomo, ritrovo di artisti e scrittori. Alle otto di quella sera fredda e stellata di lunedì 9 marzo 1908, 15 uomini con paltò, bastone e bombetta, con un atto contro l’autarchico Milan difensore dell’italianità a tutti i costi, escono senza voltarsi dalla Fiaschetteria Toscana di via Berchet, sede dei rossoneri, attraversano a passi decisi la Galleria Vittorio Emanuele e prendono posto intorno a un tavolo in una sala riservata. Il menù prevede risotto alla milanese con ossobuco accompagnato da fiaschi di vino rosso dell’Oltrepò. Si redige un documento: "I signori fondatori si sono riuniti questa sera col fermo proposito di fondare il nuovo Club. Presenti i signori G.Muggiani - Boschard - Lana - Bertoloni - De Olma - Hintermann Enrico - Hintermann Arturo - Hintermann Carlo - Dell'Oro Pietro - Rietmann Ugo - Hans - Voelkel - Maner - Wipf - Ardussi Carlo. Dopo piccole discussioni d'occasione, il signor Muggiani propone si passi alla nomina di un consiglio provvisorio da confermarsi nella seduta di mercoledì 11 marzo. Nelle nomine vengono lasciate vacanti le cariche di Presidente e Vicepresidente. Furono nominati: Segretario G. Muggiani, Cassiere De Olma, Economo Rietmann Hans.

Consiglieri: 1° Dell’Oro Pietro, 2° Paramithiotti. I presenti deliberano di non nominare una commissione di giuoco, ma bensì trovano necessaria la carica di economo. Muggiani propone di nominare quale socio onorario il Sig. Rag. Bosisio, segretario della Federazione Italiana del Foot-Ball. I presenti accettano tale proposta. Il nome del nuovo sodalizio è stato unanimemente accettato quale Foot-Ball Club Internazionale Milano. La seduta viene tolta alle 11 1/2".

Seguiranno 43 firme, saranno i nuovi soci dietro il versamento della quota annuale di dieci lire a testa (circa 30 euro di oggi). Sono nomi svizzeri, olandesi, francesi, scozzesi… Alla ventesima riga compare la firma di Virgilio Fossati, colui che sarà il primo capitano di lungo corso e allenatore in campo. E’ Giorgio Muggiani, pittore e disegnatore, a pensare al nome e creare il simbolo: “Sarà sempre una squadra di grande talento e si chiamerà Internazionale perché noi siamo fratelli del mondo. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle”.

Tre bottiglie di champagne bagnano la nascita del nuovo sodalizio sportivo e precedono una passeggiata notturna in piazza Duomo. Qui i tre fratelli svizzeri Hintermann lanciano un vaticinio sull’ex squadra: “Finchè vivremo noi quelli là non vinceranno più un campionato”. La storia dirà che il Milan rimane senza conquistare lo scudetto dal 1907 al 1951, 44 anni di lungo digiuno, ed Enrico Hintermann, l’ultimo dei tre, muore poche settimane dopo la vittoria dei milanisti nel giugno ‘51! Sul quotidiano “La Perseveranza” del 12 marzo tra le pubblicità della Chinina Migone, un prodotto per barba e capelli, e il grammofono Minerva Concertophone, che suona e canta, si legge: “Ci perviene notizia che alcuni soci dissidenti della Società calcistica “Milan Foot-Ball Club” si sono riuniti per dare vita a una nuova Società che si denominerà Foot-Ball Club Internazionale Milano”.
L’avventura inizia: Milano, l’Italia, l’Europa e il Mondo del pallone non saranno più gli stessi. Buon compleanno amata Inter, mille e più di questi giorni.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 09 marzo 2012 alle 00:10
Autore: Marco Pedrazzini
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