Come si sarebbe potuto - giusto alla vigilia di una gara di Champions di tal portata - applicare il fair play con gli avversari se poi certe disavventure accadono per davvero? Anzi, finiscono per sommarsi ad altre capitate prima? No, perché se si fosse voluto augurare ai bavaresi - proprio nella loro lingua madre - il classico "In bocca al lupo!" ("Hals- und Beinbruch!", in tedesco, significa letteralmente "frattura di collo e gamba"...), sarebbe risultato quanto meno indelicato estendere quell'augurio anche al 70nne presidente del Bayern, Herbert Hainer, dopo che domenica scorsa si era rotto il perone praticando sport... Sarebbe stata, come minimo, una grave mancanza di garbo istituzionale. Però, se lo stesso titolo del pezzo di Sport BILD - che ne dava notizia - malcelava una certa autoironia ("Il prossimo della lunga lista degli infortunati del Bayern Monaco: questa volta è toccato al presidente!"), allora tale disavventura potrebbe pure diventare pretesto sufficiente per inoltrare un suggerimento spassionato ai linguisti della Crusca. Ammesso e non concesso che esistano davvero gli omologhi tedeschi di quelli italiani! Questi accademici germanici dovrebbero semmai valutare la necessità di introdurre un particolare neologismo nel loro glossario. Appunto perchè - alla luce degli innumerevoli infortuni che continuano a falcidiare non più solo la rosa bavarese, ma ora anche i massimi ruoli apicali del club - ai lemmi consolidati di 'KRANKENhaus' (ospedale: letteralmente 'casa degli AMMALATI') e 'KRANKENwagen' (ambulanza: lett. 'mezzo degli AMMALATI'), forse occorrerebbe integrare - tra il serio ed il faceto - 'KRANKENmannschaft' (lett. 'squadra degli AMMALATI')... La squadra medica, invece, è un'altra equipe ed ha infatti una diversa traduzione. Il tutto per burlare i seriosi bavaresi ed, al contempo, per fare il verso agli sportivi tedeschi che sono soliti chiamare solo 'Mannschaft' la loro nazionale di calcio: ossia la 'squadra', per antonomasia. Ma, al contempo, anche per sfatare l'errata convinzione che il lessico della lingua tedesca - con tutte queste parole composte - appaia quanto mai ostico: ed invece risulti, opinione dello scrivente, molto più intelligibile di altri.

Nel frattempo ai nerazzurri era capitato un incontro ravvicinato di ben altro tipo. Sulla "strada per Monaco", all'andata, si erano imbattuti in un 'viandante' europeo che, di nome, fa tuttora Vincent. E con tale identità anagrafica ci si sarebbe aspettati che costui potesse decidere, tout court, di tagliarsi un orecchio anziché gettare il cuore oltre l'ostacolo: pur di sfangarla in qualsiasi sfida sportiva... Chiamatelo fesso! Con un orecchio mozzato, chiunque potrebbe sopravvivere ugualmente, mentre invece sarebbe un po' più problematico riuscirci col miocardio espiantato... Almeno che - a proposito di organo vitale per eccellenza e volendo proprio dar credito alle confidenze di certi ex nerazzurri come Matthäus - "due cuori battessero nel petto" anche di tal Vincent: forse denominati Pace & Maker? Per cui, qualora ne avesse gettato uno oltre l'ostacolo, a Vincent sarebbe pur sempre rimasto quell'altro...

Battute (cardiache) a parte, quell'eventuale amputazione auricolare sarebbe stata comunque di 'giovamento'. Se non altro per paventare al mondo la propria eventuale inclinazione alla schizofrenia, tale da evocare per forza un suo lontano omonimo e quasi 'conterraneo'. Per fortuna i nerazzurri avevano 'scoperto' subito che il Vincent in questione - il tecnico fiammingo del Bayern - di cognome, facesse 'solo' Kompany, non certo Van Gogh, il famoso pittore olandese autolesionista... Ed allora un po' si erano rincuorati. Salvo, però, annotare che Vincent Kompany - dalla sua tavolozza di umori controversi - aveva rilasciato ad alcuni media delle 'pennellate' tutt'altro che lucide sull'esito della sfida d'andata a Monaco. Tipo questa: "Cosa ho detto ai miei giocatori? Che l'Inter ha FESTEGGIATO TROPPO". Come, prego? Dacché ci si era subito chiesti come il serioso tecnico fiammingo immaginasse che dovesse essere la reazione dei nerazzurri in campo alla fine della loro vittoriosa sfida all'Allianz Arena, dopo ben 4 anni di vani tentativi altrui. Forse trasfigurata nelle facce dei giocatori listate a composta deferenza se non financo a lutto per lesa maestà teutonica? Non è dato sapere. Di più: stante quell'assurdo rilievo mosso da Kompany sui (sedicenti) troppi festeggiamenti degli interisti, ai cinefili non solo nerazzurri sarà magari venuto in mente il film 'Patch Adams', con una trama basata su una storia vera inerente, guarda caso, il tema della clownterapia... Una pellicola nella quale l'impareggiabile protagonista, Robin Williams, era finito a processo di una commissione universitaria anche per difendersi dall'accusa di volersi dedicare alla pratica medica con "ECCESSIVA FELICITÀ", finendone poi pressoché assolto. Diversamente, invece, da quel 'bellimbusto' di Kompany. Col tecnico fiammingo che - ad eliminazione dalla Champions appena maturata nel ritorno di San Siro - ha affogato i rimpianti dei bavaresi tentando di svicolare con tal dichiarazione: "Tra 5 mesi c'è la prima partita della prossima Champions". Giusto il tempo per elaborare, forse, il decalogo germanico della contentezza über alles, da divulgare poi con la formula 'Urbig' et orbi....

S'immagina, invece, che sarà stata senz'altro più pudica e congrua la reazione di Simone Inzaghi a chi gli avrà magari fatto notare - dopo la conquista della 2a semifinale della massima competizione europea nelle ultime 3 stagioni - di aver integrato, a modo suo, il claim della Champions 2024-25: "Road to Munich", ma senza il Bayern. "Spiaze!".

Orlando Pan

Sezione: Calci & Parole / Data: Gio 17 aprile 2025 alle 21:22
Autore: Redazione FcInterNews.it
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