Lunga intervista della Gazzetta dello SportWesley Sneijder a poche ore dalla partita tra Inter e Atalanta di Supercoppa. Ecco le dichiarazioni di uno degli eroi del Triplete. Per lui, con i nerazzurri, una vittoria e un ko nella competizione: 3-1 alla Roma nel 2010 e ko col Milan l'anno successivo.

Quella volta il vostro tecnico era Gasperini, che oggi la Supercoppa la contende proprio all’Inter.
«È inutile ricordare quel periodo, è passato tanto tempo, concentriamoci sul presente. La sua Atalanta è l’avversaria più difficile da incontrare in questo momento, ma non è più una sorpresa».

Inzaghi ha davvero il centrocampo top in Europa?
«Tutta la formazione vale le migliori squadre della Champions, nessuno può dire il contrario… A centrocampo la squadra gioca in velocità, sa inserirsi e tirare. Gestisce i momenti, che per me è la cosa più importante nel calcio. I meccanismi migliorano anno dopo anno: quando riceve palla, oggi Calhanoglu è come una guida di alta montagna, sa a occhi chiusi dove sono i compagni. Mentre Barella e Mkhitaryan giocano più con gli esterni. Poi, quando qualcuno cala, dentro Frattesi e Zielinski».

Inzaghi assomiglia a qualcuno degli allenatori che ha avuto?
«A me sembra che Inzaghi abbia trovato uno stile suo: Simone somiglia soltanto a… Simone. Per il modulo e per l’affetto dei giocatori che sembrano molto, ma molto legati a lui».

Stasera gli olandesi in campo nell’Inter dovrebbero essere due…
«De Vrij è un diamante, va conservato. È tornato ai suoi livelli, non fa mai polemica, è intelligente. E sono contento del rinnovo di Dumfries, una certezza per l’Inter. È il classico giocatore che fa meglio quando sulla sua fascia arriva un avversario forte. Questo significa personalità oltreché qualità».

L’Inter ha avuto un po’ di ansia per le otto partite di Lautaro senza segnare e poi…
«E poi ha segnato, che strano… (ride, ndr). Non c’è mai stato nessun problema, mai ci sarà. Anche perché la squadra ha sempre realizzato tanti gol e c’è anche Thuram cha fa il suo gran lavoro. La qualità dell’attacco è rimasta uguale grazie anche a quanto fatica senza palla Lautaro. È il volto dell’Inter, un capitano vero».

Il suo ex compagno Taremi, invece, non ha lo stesso impatto...
«Credetemi, ho occhio, io il talento lo riconosco, soprattutto lo vedo da vicino… È bastato un anno nella sua stessa squadra (i qatarioti dell’Al-Gharafa nel 2018-19, ndr) per capire quanto sia forte. Ma conosco anche l’Italia e so che serve tempo per capire la cultura calcistica di una nazione come la vostra. E poi la lingua, le abitudini… Non è facile, soprattutto per chi non è europeo. Nella seconda parte della stagione Taremi sarà utile, anche perché bisogna alternare, soprattutto in attacco».

Sezione: Copertina / Data: Gio 02 gennaio 2025 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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