Mehdi Taremi è il protagonista nerazzurro di 'Welcome Home', format pubblicato sul canale YouTube dell'Inter in collaborazione con Betsson.sport. L'attaccante iraniano, uno dei volti nuovi della stagione alle porte, si racconta partendo dagli inizi della carriera: "Ho iniziato a 6 anni, mio padre mi ha aiutato tutti i giorni, mi portava al campo e mi insegnava. Se praticavo altri sport da bambino? No, solo calcio. Mi piace guardare la pallavolo e l'NBA, sono sport che seguo. Se non fossi stato calciatore forse avrei fatto il poliziotto, mi piace ma non saprei dire perché".

Il discorso si sposta poi sugli inizi in campo: "Il primo campo dove ho giocato è a Bushehr, nella mia città natale. Avevo 6 anni, giocavo con gli amici e con i miei fratelli: io ero il più piccolo e quindi non era facile giocare contro di loro, ma per me era emozionante. Giocavamo spesso in strada perché amavo il calcio". La carriera di Taremi ha preso una svolta decisiva quando Ali Daei, leggenda del calcio iraniano, lo ha chiamato per giocare nel Persepolis: "Per me questo momento è stato fondamentale, è stato perfetto poter giocare per un club così importante in Iran. Daei è stato uno dei migliori marcatori di tutti i tempi, dopo Cristiano Ronaldo. Per noi è una leggenda".

Nella lunga intervista il Prince of Persia sottolinea anche l'importanza della famiglia che l'ha sempre sostenuto durante la sua carriera: "È stata fondamentale, è il miglior supporto per me. Non importa come gioco in campo o come sta andando fuori dal campo, loro sono sempre dalla mia parte e fanno il tifo per me. Mi supportano sempre".

Ma quali sono i pregi e i difetti di Taremi? "Un pregio è il rispetto che ho per tutti, faccio sempre il possibile per rispettare tutti. Un mio difetto forse è il fatto che mi posso arrabbiare se vedo una mancanza di rispetto, ma mi arrabbio anche con chi non svolge il proprio lavoro come dovrebbe. Quanto è importante lo spogliatoio? Nel calcio è importantissimo. I compagni di squadra devono essere come fratelli: si lotta insieme e con loro si condividono gioie e momenti difficili, bisogna sempre lottare l’uno per l’altro. Probabilmente in una stagione si passa più tempo insieme nello spogliatoio che che in famiglia e questo fa sì che si instauri un legame profondo. Essere uniti è importante nello sport e porta alla vittoria".

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Sezione: Copertina / Data: Dom 04 agosto 2024 alle 12:50
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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