Lunga chiacchierata di Julio Cesar al portale Diretta.it durante la quale l'ex portiere dell'Inter racconta il suo passato calcistico che non può non vedere la Beneamata come protagonista. "Ho lasciato il Flamengo a costo zero - ha esordito partendo praticamente dall'inizio - . Mio padre stava parlando con il Porto, poi è arrivato l'Inter e ha mostrato interesse. Ovviamente, per motivi finanziari e altre situazioni, l'offerta dell'Inter finì per essere migliore. Ma io sono andato a gennaio e non avevo passaporto europeo, quindi contavo come giocatore straniero. L'Inter mi ha dato la possibilità di andare in prestito in una squadra minore o di rimanere al Flamengo fino a giugno. Ho scelto di andare subito in Italia perché volevo imparare la lingua, la cultura e il calcio di quel paese, in modo da arrivare all'Inter più preparato, perché sapevo che la concorrenza sarebbe stata molto dura. Si parlava di Francesco Toldo, all'epoca portiere della Nazionale italiana; di Fabián Carini, della Nazionale uruguaiana. Stavo entrando in competizione con dei giganti".

L'Inter è stato il club della sua carriera?
"In termini di titoli, è stato molto bello. Ma il posto in cui sono stato più felice è il Mengão. Non sono ipocrita. Tutti sanno che il Flamengo è la mia squadra del cuore. Poter lasciare gli spalti e andare in campo, giocare e rappresentare il tuo club preferito non ha prezzo. Ma in termini di titoli e di prestigio individuale, all'Inter è stata l'esperienza migliore. Tra il 2008 e il 2010, quando entravo in campo mi sentivo Superman, con quel mantello rosso. C'erano partite in cui entravo e dicevo: 'Oggi non segnano'. E bisogna stare attenti quando si è così sicuri di sé, perché l'eccesso di fiducia è insidioso. Era un periodo in cui non vedevo nessuno davanti a me. Con tutto il rispetto, senza falsa modestia. Non vedevo Buffon, Casillas o altri. Nemmeno il mio amico Dida, per il quale ho un enorme rispetto, un grande portiere e dal quale ho imparato molto".

E l'Inter che vince la Champions League con Mourinho?
"È stata una famiglia di cui ho potuto far parte. È stato davvero incredibile, una favola. Vincere le tre competizioni più importanti nello stesso anno... Poche squadre sono riuscite in questa impresa, e l'Inter è stata una di queste".

Cosa vi disse Mourinho prima della finale?
Non è stata solo la finale la cosa bella di Mourinho. È stato il momento in cui abbiamo capito che potevamo vincere tutte e tre le competizioni. Ricordo una riunione in cui fu molto breve e disse: "Abbiamo tre competizioni da vincere. Scegliete voi". Ci ha affidato la responsabilità. "Quello che potevo fare l'ho fatto, cioè preparare la squadra per arrivare dove è ora". È ovvio che deve preparare la tattica e tutto il resto, ma in termini di gruppo, di uomini vincenti, avevamo già una fiducia notevole... Ricordo perfettamente quell'incontro. Ed è lì che tutto ha cominciato ad avere un senso".

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Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 04 marzo 2025 alle 21:24
Autore: Egle Patanè
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