Ho ascoltato con sconcerto l'analisi (?) di Toni, Stramaccioni e Parolo sull'Inter dagli studi di DAZN nel post-partita di Lazio-Roma. Non credevo sinceramente alle mie orecchie. Ex giocatori ed ex allenatori che giudicano con così tanta leggerezza, francamente, non è accettabile a questi livelli. Zero analisi, zero approfondimenti, solo slogan sparati a razzomissile e sgasate da bar sport.

Toni il più accanito, tanto è vero che le sue dichiazioni hanno già fatto il giro dei media. Ma Parolo e Stramaccioni non sono stati da meno, andandogli dietro in qualche modo. In sintesi: il contratto di Inzaghi non va rinnovato se non vince almeno scudetto e Coppa Italia e, contemporaneamente, non elimina il Bayern. "Sei all'Inter e non puoi permetterti di perdere tre finali!" (cit.). Totalmente fuori dalla realtà.

Il Bayern Monaco trattato come un Pizzighettone qualunque. Bisognerebbe capire in quale momento della storia l'Inter sia diventata superiore al Bayern. Davvero sconcertante. Com'è sconcertante valutare il lavoro di un allenatore - che è lì da quasi quattro anni! - solo in base al risultato finale. "Ok la Champions, ma se non vince scudetto e Coppa Italia...". La vittoria finale come unico parametro. Pazzesco. Semplicemente folle.

Cancellata qulsiasi capacità di analisi. E ripeto: Inzaghi è a Milano da quasi quattro anni e se l'Inter, nonostante tutto, regala gioie ai propri tifosi in ogni stagione è anche perché, in questo lasso di tempo, si è andati oltre pure le delusioni più cocenti. La dirigenza ha saputo valutare quanto seminato e non solo il raccolto momentaneo. Questa mentalità e questa capacità gestionale hanno portato l'Inter allo status attuale. E per status non si intende solo la possibilità di primeggiare in ogni competizione, ma anche il 'come' e la credibilità che consente di proseguire il percorso a prescindere dall'esito finale di una partita, per quanto essa possa essere importante.

La costruzione non finisce mai: questo è stato il segreto del club nerazzurro in questi anni, reso evidente anche dai fallimenti delle storiche rivali italiane che invece hanno cambiato freneticamente e continuano a farlo. Costruire, seminare, restare competitivi: è la ricetta per vincere con continuità e non una volta ogni 20 anni. Spegnete DAZN: un Triplete non può essere mai obbligatorio.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 aprile 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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