Da "Inter beffata" a oggetto misterioso il passo è stato breve. Brevissimo se si parla di Tiago Djalò, quello che in molti definirono "scippo" da parte della Juventus e che ora, a distanza di sette mesi, non ha ancora lasciato tracce in bianconero.

Lo sottolinea il Corriere dello Sport. Era il 21 gennaio quando la Juve, peraltro in testa alla classifica con l'Inter che aveva una gara da recuperare, portava in Italia il portoghese. Esborso da 3 milioni di euro per un giocatore che sarebbe andato in scadenza a giugno: una sorta di sgarro ai nerazzurri che avevano raggiunto un accordo, per luglio, quando sarebbe stato disponibile a parametro zero.

Djalò era reduce da un lungo stop per l'operazione al ginocchio, ma sarebbe rientrato a breve. Sarebbe dovuto essere un fattore nella lotta scudetto proprio con i nerazzurri, ma proprio da lì iniziò il declino di Vlahovic e compagni. Come spiega il quotidiano romano, Djaló poteva essere una buona novella, invece ha giocato solamente sedici minuti in una gara, l’ultima, contro il Monza. Il problema, mai troppo sottolineato, è che da febbraio - cioè dalla partita con l’Inter - è andato sempre in panchina. Così come nelle tre partite di Coppa Italia, fra le semifinali con la Lazio e l’atto finale contro l’Atalanta. Una bocciatura su tutta la linea da parte di Allegri, prettamente tecnica e non per una questione legata all’infortunio. E anche l'altro giorno, nel test con il Norimberga, è naufragato come tutti i suoi compagni. 

Il CdS non esclude che possa finire sul mercato, anche se questo sarebbe l’ammissione di un fallimento pressoché totale: "Per fare uno sgambetto all’Inter, la Juventus si è portata in casa l’ennesimo problema estivo da risolvere", si legge. 

Sezione: Focus / Data: Dom 28 luglio 2024 alle 10:20 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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