Il primo tempo dell'Inter ieri è stato davvero di altissimo rango. Avvio bruciante, senza nemmeno dare il più piccolo scampo ad un'Atalanta che, notoriamente, cerca di aggredire francobollando gli avversari. Da evidenziare le solite movenze fluide dello sviluppo di Inzaghi: Acerbi non fa praticamente mai il centrale. Si alza a centrocampo per creare densità, Dimarco si alza e Thuram si sgancia daiblocchi difensivi. La condizione atletica delle pedine a disposizione di Simone Inzaghi sta crescendo gara dopo gara. Quasi come fosse un climax: la partenza non proprio brillantissima del Ferraris, poi la gara quasi in gestione contro il Lecce, poi la prestazione maiuscola di ieri contro la Dea. Ora la sosta per le nazionali potrà aiutare il tecnico ad amalgamare il gruppo con i giocatori che resteranno ad Appiano a lavorare sodo.

L'anno scorso abbiamo descritto a più riprese l'Inter come una macchina perfetta. Si sono evidenziate la qualità del centrocampo, l'implacabilità di Lautaro, la bravura di Sommer in costruzione, le uscite dei difensori che sparigliano le carte delle difese avversarie; tutte identità racchiuse nella diversificazione degli elementi del collettivo in base alla funzione che hanno o al compito che devono svolgere. E l'identità non è affatto perduta. Anzi, in qualche suo aspetto sembra addirittura rafforzata. La fame è la stessa di sempre. Insomma, questa Inter continua a far paura alle concorrenti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 31 agosto 2024 alle 21:30
Autore: Niccolò Anfosso
vedi letture
Print