Bologna ancora fatale. Una sconfitta che riequilibra im campionato, fa male. Ma non deve abbattere. L’Inter stanca gioca gli ultimi minuti per portare a Milano un punto, alla fine torna a mani vuote.

La partita è sporca e non fluida. Ci sono tanti duelli a centrocampo e poca manovra. Nell’Inter Lautaro, Carlos e Pavard sono i migliori. Il Toro si abbassa, lega il gioco e lotta su tutti i palloni, dando del filo da torcere ai due schermitori della difesa bolognese Freuler e Aebischer. Anche Correa prova a farsi vedere sulla trequarti ma è lento. Pensa troppo e scarica al compagno più vicino, senza mai avere un guizzo che possa mettere in difficoltá la difesa di Italiano. A centrocampo l’Inter dovrebbe essere in superiorità numerica 3 contro 2, ma la posizione di Odgaard, costringe a turno uno dei tre nerazzurri ad abbassarsi e seguirlo a tutto campo. Il trequartista svaria e si abbassa molto ad aiutare, ma poi ha la gamba e la tecnica per ripartire o lanciare i compagni. E subisce molti falli. Sulle fasce Carlos controlla bene Ndoye e anche dall’altra parte Pavard e Darmian fanno un buon lavoro in concerto con Dominguez. Dallinga è statico e viene francobollato da Acerbi con il supporto di Bastoni, e non si rende mai pericoloso.

L’Inter prova a folate soprattutto con Lautaro a rendersi pericolosa. Il Toro in attacco è l’unico che riesce a proteggere palla e smistarla per i quinti che si inseriscono o per Barella, che spesso corre centralmente per dare un po’ di profondità alla squadra e mettere in apprensione la linea a 4 del Bologna. Soprattutto nel secondo tempo il gioco in palleggio passando dal centrocampo dei nerazzurri viene sostituito dai lanci in profondità dalla difesa a scavalcare il centrocampo. L’Inter col passare dei minuti si affievolisce, il Bologna invece spinge grazie anche all’estro di forze fresche come Cambiaghi e Orsolini. Alla fine trova il gol vittoria allo scadere. E rimette tutto in discussione. A 5 giornate dalla fine.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 21 aprile 2025 alle 15:10
Autore: Riccardo Despali
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