Una volta era Radu, questa volta è il turno di Bisseck e Dimarco. Ma sul banco degli imputati alla fine ci finisce sempre Simone Inzaghi. Lo scenario è sempre lo stesso. La Fatal Bologna. Sono passati anni da quel Bologna-Inter, ma una parte di tifo interista non ha imparato la lezione.

Per qualcuno conta solo il risultato, non conta il percorso. E così il gol di Orsolini al 94esimo, al secondo tiro in porta del Bologna nell'arco dei 90 minuti, cancella in una botta sola una stagione intera.

Non conta essere in semifinale di Champions League, non conta essere primi in campionato a cinque giornate dalla fine a pari punti con una squadra che gioca una volta a settimana da agosto, non conta essere in semifinale di Coppa Italia, non conta essere vivi su tre fronti.

Non conta neppure giocare una partita alla pari, dura e faticosa, in casa di una delle squadre più fastidiose del campionato italiano, quattro giorni dopo aver lottato in un quarto di Champions League contro una corrazzata d'Europa e averla anche eliminata.

Perdere una partita di calcio, per qualche tifoso dell'Inter, e farlo per un episodio, non è contemplato. Figuriamoci all'ultimo secondo. La rabbia, la delusione, quella è contemplata. Ma non l'isterismo. Perché prima di ogni cosa va l'interismo.

E bisogna solo restare al fianco di questa squadra che sta lottando da mesi con 15 giocatori effettivi a disposizione a partita. Oggi senza Dumfries, Zielinksi e Thuram con un Arnautovic a mezzo servizio, l'Inter si è presentata a Bologna e non meritava di perdere, a differenza del Napoli, sottomesso solo qualche giorno fa al Dall'Ara dallo stesso Bologna.

Dopo il triplice fischio finale i social erano illegibili. E lo saranno fino a Inter-Milan. Gente che ha dato del mediocre a chi ci ha portato sul tetto d'Italia e riportato al top in Europa. Che punta il dito ripetutatamente contro un giocatore in particolare. Io non me la sento di farlo. Perché nel calcio si può anche perdere, si possono perdere punti per strada se si ragiona da grande squadra, non scegliendo quella o quell'altra competizione.

Nell'uovo di Pasqua, certo, speravo di trovare tre punti che potevano avvicinare l'Inter in maniera importante al 21esimo scudetto. E invece nell'uovo di Pasqua ho trovato nuovamente gli InzaghiOut. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 21 aprile 2025 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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