Vincere non basta, bisogna stravincere. La scorsa stagione ha elevato l'Inter a regina indiscussa del calcio italiano, uno schiacciasassi che non si è fermata di fronte a nulla e ha dato lezioni di gioco a tutte le big del campionato. Ma in questa nuova stagione, al netto di un percorso Champions positivo con zero gol al passivo e 7 punti su 9 disponibili, la squadra di Simone Inzaghi sembra aver smarrito le distanze in campo e con esse la solidità che l'aveva contraddistinta fino a maggio scorso. In una recente intervista Yann Sommer aveva spiegato come fossero le imperfezioni nelle preventive una delle cause dei tanti gol subiti, ben 13 dopo 9 giornate. Ieri sera al Meazza contro la Juventus si è avuta la madre di tutte le conferme di questo pensiero, che va aggiunto ad altre defaiance che stanno vivendo in campo i campioni d'Italia.

Il terzo gol dei bianconeri è probabilmente la fotografia della fase che sta attraversando l'Inter: in vantaggio 4-2, i nerazzurri vanno a pressare alto per recuperare il pallone e due centrali su tre, Stefan de Vrij e Alessandro Bastoni, sono nella metà campo avversaria, tutti stretti sul lato sinistro e con praterie a destra. Gli ospiti sono bravi a uscire da quella trappola e innescano Kenan Yildiz per l'uno contro uno con Denzel Dumfries. Il quale attende troppo e permette al turco di prendere la mira e metterla nell'angolino. Situazione non certo imprevedibile (già accaduto a Udine e contro il Torino), che nella stagione precedente non si sarebbe verificata visto che ogni giocatore in campo sapeva già dove piazzarsi prevedendo ogni possibile scenario. Aspetto che oggi non sta funzionando, pagato a carissimo prezzo con punti gettati via e -4 in classifica rispetto al Napoli primo. 

L'evidenza attuale è che questa Inter sia tatticamente e atleticamente lontana parente rispetto a quella che ha conquistato in ciabatte lo Scudetto. Le preparazioni atletiche scaglionate a causa di Europei e Copa America e i troppo frequenti infortuni muscolari hanno spogliato persino una rosa di alto livello come quella allestita dalla dirigenza nelle ultime sessioni di mercato. Con la coperta corta a centrocampo e sugli esterni è inevitabile che qualcuno vada in riserva prima del previsto e come ieri sera, al contrario di Berna, che chi subentra non riesca a mantenere lo stesso livello di prestazione. Ieri Yann Bisseck, Davide Frattesi e Matteo Darmian (Mehdi Taremi è entrato al tramonto della partita) non sono stati all'altezza di chi ha fatto loro posto e, con l'abbassamento del baricentro avversario, la Juventus ne ha approfittato arrivando persino al pareggio con difesa schierata (Dumfries ancora in ritardo su Yildiz e Sommer impreciso).

Tornando all'incipit, in questo momento l'Inter non può pensare a stravincere solo per abitudine. Sul 4-2, sprecate diverse occasioni per arrotondare e con l'uscita di tre dei protagonisti, una grande squadra inizia a gestire il cronometro, cercando di mantenere il possesso del pallone senza lasciare contropiede agli avversari né chiudersi nella propria area. Quella via di mezzo che avrebbe permesso di controllare le velleità di una Juventus psicologicamente a terra fino alla terza rete arrivata dal nulla. L'atteggiamento in primis, poi un capitolo a parte meritano le prestazioni di alcuni singoli, che non hanno offerto il contributo di lucidità e qualità atteso con errori che a certi livelli fanno la differenza. Ed è ingiusto attribuire le responsabilità ai singoli difensori, il vero problema è la fase difensiva che riguarda tutti i calciatori in campo. Tutti i 4 gol della Juventus nascono da svarioni tecnici e tattici, a volte entrambi. L'Inter attuale non può permetterseli.

ACQUISTA QUI I PRODOTTI UFFICIALI INTER!

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 28 ottobre 2024 alle 14:20
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print