"Odiavo giocare spalle alla porta prima di conoscere Conte. Al Chelsea lui fu molto chiaro: “Se non migliori questo aspetto non puoi giocare con me”. Zero alternative. Lo devo ringraziare perché quello che era il mio punto debole si è trasformato in una qualità". Lo racconta Romelu Lukaku, intervistato oggi dal Corriere dello Sport
 
Romelu, le tue ultime estati sono state singolari, assurde: prima sballottato tra il Chelsea, l’Inter, l’Arabia, i progetti della Juve e infine la Roma. E poi tra il Chelsea, di nuovo i sauditi e il Napoli. Ricordo in particolare l’impegno di Giovanni Manna per portarti a Torino da Allegri... 
"La prima volta non ero solo, fuori dal progetto del Chelsea c’erano anche Aubameyang e Ziyech. Ci facevano cambiare nello spogliatoio delle giovanili. Aspettavamo per settimane, rinunciando a numerose opzioni. L’estate scorsa sapevo che sarei venuto a Napoli".  
 
Ma la trattativa è stata ugualmente lunga e brodosa. 
"Questo è il business. Il club dice 'Non ti voglio più' e decide quando e spesso anche dove finirai. Ma se sei tu a volertene andare, e per ragioni serie, non hai la possibilità di farlo. Ti portano all’ultimo, ti sfiniscono. Le società hanno rapporti con la stampa e ci vuole poco per mettere in difficoltà il giocatore, per far passare l’immagine sbagliata. Credimi, ho visto cose che mai avrei pensato di vedere. Un giorno vorrei chiarire tutti questi aspetti ai più giovani, spiegando chi lavora per loro e chi contro". 
 
È successo qualcosa fra te e Mourinho, a Roma? 
"Assolutamente no. José... José è un vincente, l’ho avuto due volte, prima a Manchester e poi alla Roma. Qualcosa è accaduto tra lui e non so chi e non volevo mettermi in mezzo. Di José non parlerò mai male, alla Roma non aveva una squadra top, ma è andato fino in fondo. Gli auguro sempre il meglio, anche in Turchia sta facendo cose fantastiche". 
 
Nei giorni scorsi ho rivisto alcune immagini dell’anno dello scudetto interista e devo dire che avevi lo stesso fisico di oggi. 
"Ora sono meglio di allora. All’Inter ero centouno chili, qui a Napoli novantanove. Ma il mio peso forma è centodue. Novantanove, e non so perché". 
 
Qual è il marcatore che ti ha messo in difficoltà? 
"Sono bei duelli. Mi viene da dire Hien. E Bremer, Bremer è un bell’animale". 
 
Con l’Inter hai avuto un rapporto di amore e odio. 
"Io non ho mai odiato l’Inter, mai. Se qualcuno ha parlato, soprattutto in quel periodo, quel qualcuno non ero io". 
 
Lautaro l’hai più sentito? 
"No". 
 
L’argentino è orgoglioso. 
"È un ottimo giocatore e un ottimo ragazzo, merita tutto ciò che di bello gli sta capitando. Ha lavorato tanto per questo. Per il campionato uno come lui è prezioso, più i giocatori sono forti e più è prestigiosa la Serie A". 
 
Lo scudetto te lo giochi proprio con lui. 
"E con l’Atalanta e la Juve, che è a meno sei". 

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 07 marzo 2025 alle 08:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print