Bella intervista della Gazzetta dello SportBenjamin Pavard che scansa la scaramanzia e parla apertamente di Triplete.

Pavard, partiamo dallo scudetto: è più dura rivincerlo?
"Era dura anche l’anno scorso... Ora ci sono avversari fortissimi, come Napoli e Atalanta, e confermarsi è difficile. Abbiamo perso punti, ma siamo dove volevamo stare: in corsa su tutto e avanti in campionato. Quel +3 a Bergamo, dove avevo lasciato un ginocchio un anno fa, è stato importante: non è facile non prendere gol là".

È del partito secondo cui si gioca troppo?
"È impossibile stare sempre al 100% con questi ritmi infernali. La stanchezza fisica e mentale si avverte, non siamo macchine: in futuro si dovrà parlare ad alti livelli perché così, alla lunga, non è sostenibile".

Ha sentito la parola che usano tutti, Triplete?
"Può sembrare banale, ma nel calcio tutto è possibile, anche il Triplete. Bisogna mantenere questo spirito fino alla fine e poi si vedrà. Io sono fiducioso, in allenamento si spinge al massimo. Di certo, non rinuncio a niente, non ne ho mai abbastanza di vincere".

Altri allenatori in grandi piazze italiane sono saltati per l’assenza di empatia col gruppo: con Inzaghi questo rischio non sembra esserci...
"No, Inzaghi è molto empatico, ci sta vicino e parla continuamente con tutti: chi inizia, chi entra, chi rimane in panchina. Siamo tutti coinvolti. Poi non lascia niente al caso e non prende nulla alla leggera. I suoi risultati non sono casuali e nascono dal gioco: è anche per lui che sono venuto qua, volevo divertirmi con una squadra competitiva e... bella".

Il suo connazionale Henry alla Cbs ha detto: “Si parla tanto dell’Inter e troppo poco di Inzaghi”.
"Ha ragione Titì. Inzaghi è ingiustamente sottovalutato. Non è uno che si mette in mostra davanti ai giornalisti, ma fare meglio di così è difficile...".

Quanto sarà speciale per lei in Baviera?
"Molto, ho tanti amici, da Coman a Upamecano a Raphael Guerreiro. Olise è arrivato da poco, ma attenzione: è fortissimo. Lì sono diventato grande in 4 anni meravigliosi e ho vinto tutto, ma ora difendo il nerazzurro. Sarà equilibratissima, 50 e 50, e vincerà chi difenderà meglio. Loro amano il possesso e ti attaccano con qualità sugli esterni, da Gnabry a Sané. Noi dovremo essere lucidi con la palla e preparati a resistere: ci saranno momenti di sofferenza, ma avremo occasioni".

Ci racconta con occhi francesi chi è Thuram?
"Marcus è la gioia di vivere, è il sorriso in allenamento, ma è anche il professionista serio. È cresciuto molto e migliorerà ancora perché quello che vuole. Mi ha aiutato all’inizio con la lingua, ma da Dimarco a Lautaro e Bastoni, io ho stretto con tutti".

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 27 marzo 2025 alle 08:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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