"Lui era un uomo gentile e dolce, ma correva troppo veloce per noi". Sono le prime parole con cui Angelo Domenghini ricorda Jair Da Costa, scomparso qualche giorno fa e compagno di squadra nella Grande Inter. "Siamo rimasti in quattro: io, Mazzola, Guarneri e Bedin. Ogni volta che se ne va qualcuno di noi, mi chiedo: sarò io il prossimo?", aggiunge in un'intervista a La Repubblica.

Di Jair si ricorda soprattutto il gol nella finale di Coppa dei Campioni contro il Benfica nel 1965. "Un diluvio universale, non era neanche calcio e non si doveva giocare. Il destro di Jair passò tra le gambe del portiere che si era fatto sfuggire la palla bagnata. Era così felice, il mio amico. Alla fine si sdraiò sull’erba fradicia, lo rivedo lì che ci guarda e ride - ricorda - Mi piaceva il suo modo di presentarsi agli allenamenti. Era garbato e serissimo, e non aveva mai visto la neve. Quando a Milano nevicò per la prima volta, lui domandò cosa fosse quella roba bianca. Aveva sempre freddo, abbracciava il termosifone. Ma in campo si scaldava e sapeva scaldare, eccome".

"Per la nostra Inter - dice ancora - era anche troppo rapido, noi avevamo un passo più tranquillo. Però, che scambi con Mazzola! Nei primi due anni, io avevo fatto il centravanti, poi venni messo all’ala destra e con Jair c’era concorrenza. Quando passò la regola dei tre stranieri per squadra, immancabilmente Jair andava in campo con Suarez e Peiró. A volte mi toccava stare fuori. Ci siamo visti per l’ultima volta l’anno scorso alla festa dell’Inter. Stava abbastanza bene. Bedin mi ha telefonato e mi ha detto che è morto d’infarto, però ho letto che era ammalato da tempo".

"Era - conclude Domenghini - una delle persone più rispettose che io abbia mai conosciuto. Dal punto di vista umano era un esempio. E del campione, beh, non parliamone nemmeno, è stato un gigante, uno di quelli che hanno fatto epoca".

Sezione: News / Data: Lun 28 aprile 2025 alle 21:35
Autore: FcInterNews Redazione
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