Cesare Prandelli, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, prova ad analizzare la debacle azzurra a Euro 2024.

Come si reagisce alla botta terribile arrivata in questo Europeo? 
"La batosta non è un problema in sé. Sono sicuro che sarà metabolizzata presto e gli azzurri si presenteranno carichi alla sfida con la Francia a settembre. Non avranno paura. Servirà però un altro tipo di reazione".

Quale? 
"Il ringiovanimento, come ha detto Spalletti, è necessario. Ma non tanto nell’età, visto che l’Italia è giovane. Dovremo essere più giovani nello spirito di squadra. Nella testa. Troppe domande sono senza risposta. Com’è possibile che tu abbia un ct come Spalletti, un capodelegazione come Buffon, e non reagisca? Cosa è successo a Berlino? I giocatori sembravano catatonici. Come fai a dare un giudizio su una prestazione così? Vista la Georgia?" 

C’è davvero un problema di distanza tra allenatore e ct? Si impara a diventare ct? 
"Domanda difficilissima. Non c’è una vera risposta, perché i grandi tornei, anche quelli che abbiamo vinto, sono spesso condizionati da episodi. Puoi intervenire fino a un certo punto. Però di sicuro devi ridurre il tuo ego, il tuo io, e metterti a disposizione: nel senso che devi adattarti ai giocatori. Non sei un tecnico federale che li conosce da quando avevano quattordici anni. Hai poco tempo, poca confidenza. Serve una sintesi. Scegli e fai che siano loro i protagonisti. Non alleni la Spagna".

Servono accorgimenti tattici? Forse con i cambi abbiamo esagerato… 
"Non ero nella testa di Spalletti, probabilmente non aveva garanzie, riceveva risposte poco rassicuranti e ha cercato di trovare equilibrio in qualche modo. Non è stato neanche facile: il blocco Inter ha deluso perché erano giù, avevano vinto lo scudetto troppo presto per restare in condizione. Spiace dirlo ma è così. Però sicuramente un progetto va trovato".

Sezione: News / Data: Mar 02 luglio 2024 alle 18:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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