A poche ore dalla finale di Supercoppa, la Gazzetta dello Sport propone un'intervista a Walter Samuel, leggenda interista e oggi fidato collaboratore di Scaloni nella nazionale argentina.

Samuel, Lautaro è affamato e ora si trova davanti il Milan...
«Si parla tanto di lui, anche troppo. Basta che sbagli una rete e sembra che sia successa chissà che tragedia... Non c’è il minimo pericolo o allarme».

L’estate piena in nazionale ha un po’ influenzato il suo rendimento?
«Inutile cercare particolari spiegazioni, è semplicemente una cosa normale. La vita e il calcio sono fatti di momenti: deve solo passare e poi il capitano tornerà a segnare».

Che finale si aspetta?
«Sarà una partita difficile, il Milan è pericoloso, ha la spinta di un nuovo tecnico e questo è pur sempre un derby, anche se non si gioca a San Siro. L’Inter è, comunque, al livello delle più grandi e sta molto bene».

Quale è la dote principale di Inzaghi?
«Ha grande padronanza del ruolo e sa come farsi volere bene dai giocatori».

Ora l’Inter ha chiuso la porta, ma all’inizio prendeva troppi gol: cosa era successo?
«La squadra doveva solo mettersi a posto dopo la vittoria del campionato. Il valore dei giocatori, e soprattutto quello degli uomini, non cambia nel giro di qualche mese».

Bisseck è in crescita verticale là dietro: rivede qualcosa di lei nel tedescone?
«Non mi ha sorpreso: andava aspettato e adesso cresce ogni partita. Non era facile trovare spazio in un reparto così strutturato, lì c’è anche Pavard che sa sempre cosa fare».

E Bastoni, invece, dove sta nell’élite dei difensori?
«E’ uno dei migliori in Italia, se non il migliore».

Il tutto, aspettando un argentino mancino, proprio come lei...
«Per Palacios vale lo stesso discorso di Bisseck. Pazienza e fiducia».

Sezione: Copertina / Data: Lun 06 gennaio 2025 alle 08:42 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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