Il numero 5 in numerologia rappresenta tutto ciò che è movimento, cambiamento, curiosità, scoperta, libertà. Movimento verso qualcosa di nuovo e di migliore. E il pentacolo è, non a caso, è uno dei simboli più comuni e forti del mondo, trovando nella simbologia cristiana il significato di luce, in quella cosmologica le cinque punte rappresentano i cinque elementi della terra combinati in un unico segno: la stella, non a caso a cinque punte. Un insieme di significati che a quanto pare conosce bene Simone Inzaghi, il tecnico dell’Inter campione d’Italia che ancor prima di sollevare il primo scudetto della sua storia, il ventesimo della storia del Biscione, aveva espresso anche pubblicamente un unico grande desiderio: un attacco a cinque punte. 

Nessuna grande richiesta, nessuna grande stella del calcio dall’altisonante cognome che fa triplicare goi zeri sul costo del cartellino, ma un quinto giocatore da inserire nelle rotazioni di un reparto che lo scorso anno ha tirato il carretto fino all’ultimo dei giorni con un’abnegazione obbligata che ha fatto di Thuram e Lautaro tra i più spremuti dei giocatori di Serie A. Ma la ThuLa, che tanto ha gasato e segnato e portato fieno in cascina, non basta; lo sa Inzaghi, lo sa Marotta, lo sanno i tifosi. E non a caso Marotta, Ausilio e Baccin hanno già puntellato il reparto avanzato in tempi non sospetti, di sicuro anticipati, consegnando a Inzaghi l’attaccante di cui necessitava con largo anticipo. Un regalo, Mehdi Taremi che i nerazzurri hanno già cominciato a godersi in questa pre-season durante la quale l’iraniano si è già messo in mostra, facendo crescere a dismisura l’hype pre-stagionale. Un hype brutalmente interrotto con il risentimento muscolare al bicipite femorale della coscia sinistra che ha costretto l’ex Porto a saltare l’amichevole di due giorni fa col Pisa e a saltare il primo appuntamento ufficiale della stagione, ovvero il Genoa alla prima di campionato. Un imprevisto che rallenta immediatamente il warmup dei campioni d’Italia ma che mette altrettanto velocemente sull’attenti dirigenza e proprietà che alla prima assenza di Taremi trovano anche la prima difficoltà realizzativa, ritrovandosi a incassare un pari in extremis che riapre gli interrogativi sulla completezza di una rosa che nell’annata in apertura avrà da affrontare un’agenda stracolma d’impegni e un calendario parecchio affollato che difficilmente darà grande spazio a riposo e recupero d’energie e perciò obbliga ad un allargamento di materiale umano che mette in sicurezza gli obiettivi di Inzaghi e compagnia. Se Taremi sopperisce all’addio di Sanchez, Lautaro e Thuram fanno da sé e Arnautovic potrebbe restare come andar via, è il quinto slot quello che il piacentino spera si possa riempire da qui al 31 agosto, possibilmente non con Joaquin Correa.

L’argentino anche col Pisa ha lasciato desiderare, un desiderio che a giudicare dall’ennesima prestazione deludente sembra contornarsi di essenza utopica che non lascia più margini di speranza. Certo, la priorità resta il difensore centrale da inserire in un organico che nella zona centrale del reparto arretrato conta esclusivamente Acerbi e De Vrij, ma senza troppe dissertazioni filosofiche né tecnico-tattiche Marotta lo sa, senza ricorrere alla numerologia, per muoversi verso qualcosa di nuovo e migliore questa Inter necessita di una quinta punta.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 agosto 2024 alle 00:11
Autore: Egle Patanè
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