La schizofrenia nei commenti sulle prestazioni dell'Inter continua. Dopo il Bayern era la squadra più forte del mondo; dopo il Bologna è una squadra in difficoltà che rischia di non vincere nulla. Nel frattempo l'Italia si conferma Paese estremamente ipocrita e rinvia le partite per la morte del Papa. Tutto bellissimo.

Partiamo dal decesso di Bergoglio. L'Italia è un Paese laico, è bene ricordarlo. Fermo restando il rispetto per tutti, ieri è andata in scena l'ennesima puntata dello sport più giocato nella penisola: i campionati dell'ipocrisia. Rispettare la fede altrui non significa dover calpestare i diritti di milioni di tifosi e appassionati. Una messinscena per dare un contentino e far sembrare qualcosa che non è. Si è giocato in Spagna, si è giocato in Francia, si è giocato ovunque. Ma qui, ancora nel 2025, si governa - a ogni livello - a colpi di slogan e apparenza. Il tutto reso ancor più ridicolo dopo aver concesso di giocare nel giorno di Pasqua. Si dovrebbe piangere se non ci fosse da ridere.

E veniamo all'Inter. Il ko di Bologna brucia perché il campo aveva raccontanto una partita da pareggio. Una squadra tosta, stanca ma generosa, che ha concesso il minimo sindacale ai padroni di casa, i più in forma d'Italia, e ribattuto per quanto possibile, salendo pure di rendimento nella ripresa. Nulla di particolarmente brillante, dall'una e dall'altra parte. Il ko arriva nel finale, conseguenza di errori difensivi e, soprattutto, arbitrali: inaccettabile a questi livelli vedere una squadra che "ruba" 20 metri in due rimesse laterali consecutive. Nel giorno di Pasqua, l'arbitro Colombo ha deciso di regalare un uovo ai bolognesi. Una partita che ti può capitare in 50 fin qui giocate. I veri punti persi sono altri e ce li ricordiamo tutti, a partire dal 2-2 di Genova della prima giornata.

Ora si riparte da 0-0 con il Napoli, a 5 giornate dalla fine. Tutto è ancora da decidere.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 22 aprile 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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