L’assenza di Hakan Calhanoglu contro il Verona non è chiaramente una bella notizia per Simone Inzaghi. Il turco, come spiegato da Montella in conferenza stampa con la Turchia, è chiaramente un calciatore fortissimo, top player nel suo ruolo, tra i migliori al mondo. In più l’eventuale presenza dell’atleta avrebbe significato tutta rosa a disposizione per il tecnico piacentino alla ripresa del campionato. E invece non sarà così. Inutile girarci attorno. È sempre meglio avere un titolare al massimo della forma, piuttosto che tenerlo in panchina – o in tribuna - per evitare qualsiasi tipo di rischio. Vale per Calhanoglu come per qualsiasi altro suo collega che sa fare la differenza.

Questa situazione però permetterà a Kristjan Asllani di scendere in campo dal 1’ contro i veneti. E io sinceramente di questo sono felice. Il motivo è semplicissimo: parliamo di un calciatore fortissimo, che potrà in futuro raggiungere anche i livelli di Calha (che ha trovato la piena maturità all’Inter) e che ha solo bisogno di fiducia e di minuti per far vedere le sue qualità. Supporto che non manca sicuramente all’interno della società di Viale Liberazione, né tantomeno da Inzaghi, visto che tutti, ma proprio tutti, sono convinti delle doti dell’atleta.

Il problema è che spesso – per non dire sempre – si tende a dimenticare l’età del ragazzo. Asllani ha solo 22 anni. E ci può stare che sbagli anche qualche partita. Questo però non significa che gli si possa dar contro usando qualsivoglia pretesto. Come quando gioca bene è giusto esaltarlo, quando la sua prestazione è negativa lo si deve rimarcare. Vale per lui, come per tutti. Ma finisce lì. Pensare che già oggi sia sui livelli di Calha è sciocco e non fa bene a nessuno. Certo che Hakan è il titolare del ruolo. Ma pure il turco per imporsi davvero ha dovuto ottenere la piena maturità calcistica, arrivata a 27-28 anni. Anche lui prima di sostituire Brozovic non era il regista che tutti amano adesso.

Kristjan deve solo scendere in campo tranquillo. Divertirsi come faceva a Buti e conseguentemente arriverà la prestazione positiva. Il tutto anche sentendo anche l’appoggio totale dei propri tifosi, perché hanno in casa un talento cristallino, tra l’altro interista dalla nascita, che non guasta, pronto per intraprendere una carriera da protagonista. Siamo nel periodo storico del tutto e subito. Ma ci sono situazioni, tempistiche e esperienze che determinano la piena evoluzione di qualsiasi professionista. Vale per il calcio come nella vita. Poi mille variabili possono determinare lo sviluppo di una carriera. Ma mugugnare senza motivo ed essere prevenuti perché va di moda, è solo stupido. E anche un po’ cavernicolo.

Le critiche, costruttive, servono. Sparare cazzate tanto per è un esercizio che ha portato PippoPlutoFragolinoXYZ18 a pensare di capire di più allenatori, calciatori e così via. E di poter sparare insulti nel mucchio perché va bene così. E invece, credetemi, non va bene così affatto. Tanto che tra qualche anno, quando si leggerà: “Fiducia su Asllani” o “VAI KRISTJAN, TOCCA A TE” ci si chiederà per quale motivo qualcuno avesse dovuto precisare un’ovvietà simile.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 22 novembre 2024 alle 00:00
Autore: Simone Togna
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