Calcio d'agosto, ti conosco? Fa caldo e, con i pensieri di tutti i tifosi ancora al mare per gli ultimi bagni agostani, i nerazzurri vogliono trovare solamente l'acuto del riscatto. Chi contempla i minuti cerca di comprendere solo se stesso. Perché se ti ascolti bene, quel prato verde può indirizzarti sulla tua isola, al netto delle tempeste, che possono colpirti in via istantanea. Gli indirizzi dell'aggressività sono su entrambi i lati, il Lecce mostra coraggio ma la mentalità nerazzurra costruisce il vantaggio. L'attacco alla porta è consueto nella scuola inzaghiana e l'Inter lo fa nel migliore dei modi: Dimarco pennella, Taremi tocca e Darmian finalizza. Tre tocchi, tanta caparbietà e moltissima voglia di fare. Si vive sugli strappi e l'Inter parte forte con iniziative che rendono complicata la vita ai salentini. La sicurezza determina l'attacco alle linee e quando l'Inter avanza gli spazi si aprono, costruendo giocate di qualità nell'approccio conclusivo della manovra.

ADRENALINA TRA AZIONI E REAZIONI. Dimarco ci prova su punizione, Falcone si fa trovare presente. Poi è Gallo a metterci una pezza in più di un'occasione, quando gli affondi laterali dell'Inter sono più rapidi ed efficienti dell'umidità della serata di San Siro. C'è da cogliere gli attimi pensando al solito concetto che tutto si trasforma e nulla si distrugge. Passano i minuti e la banda di Gotti, consapevole di non poter prendere troppo coraggio sbilanciandosi dopo le quattro reti incassate contro l'Atalanta all'esordio, assume un controllo posizionale. Così si arriva in una fase in cui l'equilibrio è prevalente. Ma la tecnica dei nerazzurri può sparigliare le carte. Taremi è amate delle rovesciate e ci ha provato con un gesto tecnico difficilissimo (da calcio in spiaggia), l'insistenza è costante e progressiva. Qualche attimo di appannamento, il Lecce è poco concreto ma avanza con sviluppi interessanti. Giganteggia il solito Calhanoglu in fase di non possesso. Non è più una parentesi del centrocampo, è la colonna assoluta in entrambe le fasi.

I CONTORNI DEL PLACIDO VIVERE. Nei contorni del placido vivere, una consapevolezza che è pura passione, furiosa manifestazione della natura. Inter e Lecce lottano senza soluzione di continuità. Il Biscione non conosce il significato della terra di mezzo. Conosce i pregi e i difetti dei salentini. La proiezione questa volta non è arte perché nel calcio ci sono le partite sporche e questa fa parte della categoria appena descritta. Nel capoverso della semplicità, Taremi sembra conquistarsi il rigore, poi a conquistarselo è Thuram. L'esecuzione multiforme porta la firma di Calhanoglu. Guardate un po'. Fino a spingersi oltre la sua natura, i difensori salentini si fanno attrarre dall'ingenuità, Thuram continua con il suo ordine di verità e la soggettività la coglie all’esterno, entrando in contatto con le esperienze contingenti. Quando lascia il campo, al francese viene attribuita una standing ovation. Non ha segnato, ma ha fatto ancora una volta un lavoro strepitoso, anche sporco, se vogliamo. I minuti finali sonodi gestione e la partita scorre via senza grossi sussulti. L'acuto interista è realtà.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 25 agosto 2024 alle 08:14
Autore: Niccolò Anfosso
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