Karl-Heinz Rummenigge mette in guardia il Bayern Monaco dalle insidie più o meno nascoste del doppio confronto nei quarti di finale di Champions League contro l'Inter: "Bisogna affrontare l'Inter sapendo che una squadra top in Europa, non è un caso che nel 2023 siano arrivati in finale e hanno spinto il Manchester City sull'orlo della sconfitta - le parole di Kalle a Sport1 -. Questa da sola deve essere una ragione sufficiente per noi per credere di non essere i favoriti. Saranno due match molto difficili, dovremo giocarli entrambi al massimo per raggiungere davvero il grande obiettivo di passare il turno".

La pericolosità degli avversari, secondo l'ex attaccante, deriva dal fatto che la squadra di Simone Inzaghi sa fare molto bene entrambe le fasi: "Come abbiamo visto nelle due partite della Nazionale, in Italia non si gioca più il catenaccio puro ma un calcio molto moderno. L'Inter è simile all'Italia, ma è al top soprattutto in difesa; i nostri attaccanti dovranno giocare bene per crearsi le occasioni. E, inoltre, i nerazzurri possono schierare due attaccanti di punta come Lautaro Martínez e Marcus Thuram, che sono sempre in grado di causare problemi alla difesa". 

Il fatto di giocare la prima in casa, secondo Kalle, non è per forza uno svantaggio per i bavaresi come poteva essere fino a qualche anno fa: "Penso che non conti più questa cosa. Prima preferivo giocare l'andata in trasferta, per poi aggiustare eventualmente le cose in casa al ritorno. Ora, da quando hanno abolito la regola dei gol in trasferta, non è più un vantaggio".

In coda alla chiacchierata con i colleghi tedeschi, Rummenigge ha ricordato con piacere suoi tempi in nerazzurro: "Quell'esperienza mi ha cambiato completamente. In Italia ho imparato molto, non solo la lingua, ma anche la cultura. Le persone lì sono diverse, devo dire che questa cosa ha contribuito ad allargare il mio punto di vista sulle cose. E mi ha aiutato molto nella mia seconda carriera da dirigente. Quando giocavo io, il campionato italiano era quello che oggi è la Premier League. La Serie A era il miglior torneo del mondo all'epoca e tutti i migliori calciatori giocavano lì: Michel Platini, Paulo Falcao, Sócrates, Zico e molti altri. È stato piacevole giocare lì, ma anche vivere lì. Per noi come famiglia, questa è stata una grande esperienza sotto ogni aspetto". 

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 27 marzo 2025 alle 13:10
Autore: Mattia Zangari
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