È un Fabio Capello accorato quello che commenta sulla Gazzetta dello Sport l'eliminazione dell'Italia per mano della Svizzera. E i toni sono forti.

È così differente guidare una nazionale rispetto a un club?
"Sono due mestieri diversi. Non a caso non si dovrebbe parlare di allenatore, ma di selezionatore. Il ct deve innanzitutto scegliere i giocatori sulla base di quello che vede nei campionati. Può avere una sua idea di calcio, ma deve anche ragionare su come i diversi elementi sono impiegati nella propria squadra e, a volte, adattarsi. Il motivo è semplice: non hai tempo per lavorare nella quotidianità. In un club tutti hanno chiaro in testa cosa fare e solamente in situazioni di emergenza ti capita di chiedere a un giocatore di cambiare".

Difatti Spalletti pareva volersi affidare alla difesa a tre come l’Inter campione d’Italia. Poi la retromarcia in Germania: è andato in confusione?
"Per quello che si è visto in campo, credo che la confusione l’abbia generata soprattutto nei calciatori. Nel ruolo di play hanno giocato Jorginho e poi Fagioli, ma nessuno dei due è il Lobotka del Napoli di Luciano. Hanno caratteristiche diverse: contro la Svizzera Xhaka faceva quel che voleva, Fagioli non andava nemmeno a prenderlo. Io, però, per Spalletti userei un’altra parola".

Quale?
"Presunzione. Ho avuto la sensazione che già contro la Spagna il ct non abbia pensato da selezionatore, ma da allenatore di club. In sostanza, ha mandato in campo una squadra dicendosi 'noi siamo noi, loro sono loro, vediamo chi è meglio', scegliendo la difesa a quattro contro i più forti esterni d’attacco di tutto l’Europeo. E l’abbiamo visto chi era meglio…".

Spalletti nel dopogara ha lamentato la mancanza di freschezza e condizione degli azzurri.
"È un discorso che non accetto. Quello che non ho visto nell’Italia, piuttosto, è il gruppo. Il primo compito di un ct è proprio quello di creare lo spirito, che è fondamentale quando serve fare il metro in più per aiutare il compagno".

C’è chi sostiene il materiale a disposizione sia quello che è...
"Se Milan e Juve non danno elementi per la Nazionale, abbiamo un problema".

Spalletti a caldo ha detto: "Non mi dimetto". Ma avrà la forza per ripartire?
"Non posso giudicare la sua scelta, però sul futuro non sono ottimista. Ho il sospetto che Luciano sia un ottimo allenatore, ma al contempo debba molto migliorare come selezionatore. Così torniamo al discorso di partenza: sono due mestieri diversi".

Sezione: Rassegna / Data: Lun 01 luglio 2024 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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