Italo Allodi era un manager moderno, legato anche ai successi della 'Grande Inter' di Angelo Moratti e Helenio Herrera. A raccontarlo ci pensa il figlio Cristiano, intervistato da La Gazzetta dello Sport.

In casa si parlava di calcio?
"Sempre. Era la sua vita, la sua passione, non staccava mai, si portava il lavoro anche a tavola. Io sono nato a Milano nel 1966, ai tempi della Grande Inter. Era molto legato ai Moratti, a papà Angelo e a Massimo. L’Inter non uscirà più dal suo cuore. Mi ha sempre raccontato cose bellissime".

Anche dei rapporti con i suoi giocatori?
"Aveva preso Sarti, Burgnich, Suarez, Jair, Peirò e Angelo Domenghini che, diceva, completavano una squadra già attrezzata. Ammirava Tarcisio Burgnich. Papà adorava un calciatore del Grande Torino, Aldo Ballarin. Era orgoglioso dell’acquisto di Burgnich, lo ha molto amato perché, come Ballarin, era un uomo forte e schivo, disposto al sacrificio. Ballarin era nato a Chioggia, Burgnich in Friuli, papà ad Asiago. Tutti da famiglie modeste, sapevano cosa voleva dire lavorare".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 02 febbraio 2025 alle 12:14
Autore: Stefano Bertocchi
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