Inter-Lazio, il giorno della festa. Il giorno della coppa alzata al cielo dal capitano Lautaro Martinez, dopo una stagione indimenticabile. Ma c’è anche il campo e l’analisi strettamente tattica da condividere.

La Lazio parte meglio dell’Inter. I primi 20 minuti sono di possesso aggressivo dei biancocelesti che fanno girare palla velocemente da destra a sinistra cercando l’imbucata giusta per Catellanos. Tudor rinuncia dal primo minuto a un velocista come Anderson per dare più equilibrio alla squadra e il suo 3-4-2-1 è molto fluido: Kamada si accentra spesso e va a prendere posizione tra Calhanoglu e Acerbi, lì dove c’è un po di spazio per inventare e far male. La sua posizione ibrida crea i maggior problemi ai reparti nerazzurri perché spesso non si sa chi deve accorciare su di lui. Castellanos tiene occupato Acerbi cercando alternativamente di andare incontro al pallone o scappare in profondità per allungare la squadra. Sulla destra sale spesso Marusic molto aggressivo e anche Vecino si stacca dalla line a a 4 dei centrocampisti per provare qualche incursione e stressare la difesa nerazzurra. 

Dall’altra parte l’inter si chiude compatta e poi con il passare dei minuti comincia a uscire con il palleggio e a prendere in mano le redini della gara, anche se si vede che tutti i giocatori sono un po’ svuotati delle energie che hanno accompagnato questa cavalcata straordinaria. Darmian è più intraprendente del solito e invece di stare bloccato si alza spesso e gioca molto largo, pestando la linea laterale, provando a mettere qualche pallone interessante in mezzo. Pavard, il migliore, oltre a essere difensivamente impeccabile, prova a anche a salire sul centrosinistra e impostare l’azione con Barella o Calhanoglu. Dall’altra parte la catena di sinistra funziona bene. Bastoni e Dimarco interscambio spesso e con i tempi giusti. Il laterale mancino poi si accentra sulla linea degli attaccanti, come è ormai solito fare, per cercare uno-due e conclusioni pericolose. A centrocampo il più reattivo è Barella. Cerca sempre la palla e comanda le operazioni in mezzo, mettendo polmoni e tecnica anche per Calhanoglu e Mkhitaryan, un po’ troppo compassati e appannati. Davanti Thuram gioca prevalentemente spalle alla porta e non riesce mai a ripartire e puntare con qualità. Spreca delle occasioni e non è lucido. Anche Lautaro non è nella versione migliore, anche se lavora bene come raccordo tra il centrocampo e l’attacco e punta spesso la profondità per farsi dare palla sulla corsa. L’entrata di Dumfries e Sanchez restituisce un po’ di smalto ed elettricità all’Inter, che dalla metà del secondo tempo si piazza stabilmente nella metà campo laziale in cerca del gol. La Lazio si chiude però molto bene, compatta e stretta, e riparte in contropiede con grande velocità e qualità. Alla fine il tabellina recita 1-1. Risultato giusto di una partita non indimenticabile. 

Riccardo Despali

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 20 maggio 2024 alle 14:06
Autore: Redazione FcInterNews.it
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