Inter di ferro, Inter di qualità sopraffina e di corsa. Squadra dominante e mai doma. Sazia solo al 90’ con 4 gol di vantaggio. Salernitana ultima in classifica disintegrata e capolista in fuga con buon margine sulle due inseguitrici. 

La squadra di Simone Inzaghi, ritoccata il minimo indispensabile dopo le fatiche di Roma, è un rombo di tuono. L’arrembaggio dei nerazzurri nei confronti della Salernitana parte il primo minuto, per concludersi con il fischio finale. E la partita non è mai in discussione. In difesa De Vrij sostituisce benissimo Acerbi e comanda la linea non facendo mai prendere palla a Dia, che è isolato davanti. Il numero 6 chiama le coperture e fa salire la squadra quando è in possesso, con un giro palla veloce e preciso alla ricerca dei quinti o Calhanoglu. Pavard confeziona la solita prestazione da 7 in pagella, con sovrapposizioni precise a lato di Dumfries, una copertura perfetta su Tchaouna che non vede palla, triangolazioni perfette e con i tempi giusti con Barella. Bastoni fa lo stesso dall’altra parte insieme a Mkhitaryan e Carlos Augusto. I tre tenori di centrocampo sono i direttori di un’orchestra che non stona una nota. Mkhitaryan gioca libero da pressioni e marcature ed è spesso sulla tre quarti, qualche metro più avanti di Barella che invece rimane più sulla linea di Calhanoglu e si ferma abbondantemente in copertura a offrire lo scarico facile, visto la frequenza con cui dalla sua parte Pavard e Dumfries arrivano sul fondo. Basic e Coulibaly a centrocampo non vedono mai palla e possono solo inseguire le trame di gioco dell’Inter tentando di sporcare qualche tracciante. Sambia e Zanoli sugli esterni sono messi anche peggio, presi sempre in mezzo dalle catene interiste che sovrappongono, lanciano, si muovono e si scambiano posizione. Da menzionare la prestazione eccezionale a tuttocampo di Carlos. Giocatore duttile, solido e affidabile che in questa partita è riuscito a incidere anche in attacco.

Candreva gioca in una posizione ibrida da mezzala, ma non riesce mai a incidere in attacco perché il gioco interista non gli consente mai di alzarsi a supportare Dia, e deve dunque scappare dietro per aiutare la difesa e presidiare la zona di centrodestra del centrocampo. Dumfries gioca alto e largo, quasi sempre sulla linea di Thuram, poiché Pavard copre e offre le giuste garanzie senza mai chiedere aiuto o raddoppio qualche metro più indietro. L’olandese è quindi libero di incidere negli ultimi 20 metri, con la specialità dei cross bassi e inserimenti al millimetro. La difesa sulla carta a tre della Salernitana, che è per 90’ a cinque, rimane sempre schiacciata nella propria area di rigore senza mai uscire palla al piede con un giro palla veloce o una transizione, anche grazie al lavoro di pressione costante di Lautaro e Thuram, che durante il possesso interista tengono ingabbiati e in apprensione i calciatori di Liverani. Come spesso accade, Lautaro oltre a fare un lavoro di pressione alta con e senza palla, viene anche a legare il gioco sulla tre quarti, per fare uscire i centrali della Salernitana, proteggere e liberare spazio con precise sponde per Mkhitaryan, Barella, Carlos Augusto, Bastoni. Thuram attacca sempre l’area di rigore con scelta di tempo perfetta e una determinazione fuori dal comune. Anche i cambi di Inzaghi, con l’ingresso di Arnautovic, Sanchez, Buchanan, Klaassen e Asllani, non spostano di una virgola la qualità della manovra. L’impeto degli arancioni è ingestibile per una Salernitana sempre più stanca, demotivata e schiacciata. L’Inter di ferro colpisce e affonda l’avversario mettendo in campo qualità, impegno ed intelligenza tattica. Ora si può finalmente pensare all’Atletico Madrid. 

Riccardo Despali

Sezione: Angolo tattico / Data: Sab 17 febbraio 2024 alle 11:00
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
vedi letture
Print