"Gent.ma Redazione, la cocente sconfitta ad Udine, la terza in sette gare di campionato, certifica l’inadeguatezza della squadra che ormai ha smarrito l’animus pugnandi, non ha né tenuta mentale né personalità e pertanto non è nella condizione di invertire la rotta. Il reparto arretrato ha perso la sua solidità per il cedimento di due pilastri fondamentali come De Vrij, che ha imboccato il viale del tramonto, e Skriniar, confuso e disattento, evidentemente ancora distratto dalle allettanti lusinghe del PSG! Prima messo sul mercato per ragioni di bilancio e poi trattenuto perché l’offerta dello stesso PSG non soddisfaceva la richiesta della società, Skriniar è un caso spinoso che va risolto il più presto possibile con il rinnovo del contratto, adeguando l’ingaggio al valore del giocatore, perché sarebbe un danno economico cederlo a prezzo di saldo a gennaio, se non addirittura perderlo a parametro zero a fronte dell’oneroso investimento di quasi 30 milioni nel 2017 e con l’aggravante di dover reperire sul mercato il sostituto con un altro investimento altrettanto oneroso, dovendo già rimpiazzare De Vrij destinato a lasciare l’Inter a fine stagione! I risultati altalenanti e soprattutto le prestazioni insufficienti e deludenti destano forte preoccupazione in vista dei prossimi impegni e mettono sotto accusa Inzaghi che non ha in pugno la squadra. C’è da chiedersi se sia opportuno continuare con Inzaghi oppure cogliere l’occasione della sosta per provvedere alla sua sostituzione con un tecnico vincente ma di forte personalità e carismatico. Ad inquietare e turbare ulteriormente l’animo di noi tifosi le ennesime voci sulla cessione della nostra Inter! Di certo, sarebbero deleteri i continui cambi di proprietà, soprattutto se alla guida dell’Inter si avvicendassero dirigenti di società straniere che, non avendo nessun legame né con l’ambiente né con la città di Milano, non sarebbero di certo mossi dalla passione né dal senso di appartenenza ma soltanto da interessi prettamente economici! Alcune testate giornalistiche hanno ipotizzato che la famiglia Zhang sia alla ricerca di un socio di minoranza che possa aiutare la proprietà a rientrare dal prestito di 275 milioni concesso dal fondo Oaktree. Ma, se l’intento è questo, perché la proprietà cinese non prende nella dovuta considerazione il progetto dell’azionariato popolare, proposto dal saggio economista e tifoso appassionato prof. Carlo Cottarelli? Il coinvolgimento diretto di noi tifosi (miliardi di gocce d’acqua che, messe assieme, formerebbero un oceano!) quali azionisti assicurerebbe alle casse della società una consistente iniezione di capitale stabile sul quale non graverebbero gli interessi che invece le società di calcio devono corrispondere, assieme alla restituzione del prestito oneroso, agli enti di credito erogatori del prestito. La convinta e larghissima adesione alla raccolta dei fondi, sulla quale si basa il progetto dell’azionariato popolare, garantirebbe un consistente afflusso di capitale, una linfa vitale, tale da impedire il sacrificio di qualche campione sull’altare della plusvalenza, ridurre l’esposizione debitoria e finanziare il rafforzamento dell’organico, anche se con investimenti oculati. Invece, nell’ipotesi della cessione della maggioranza delle quote detenute dalla proprietà cinese, l’idea, romantica e nel contempo lungimirante, di una cordata, la più partecipata possibile, che coinvolga grandi gruppi imprenditoriali locali e nazionali, accomunati dalla passione e dal tifo nerazzurro, per rilevare l’Inter sarebbe la soluzione ideale perché proprio la cordata, per come è strutturata, sarebbe nelle condizioni di risanare il bilancio e di garantire alla società stabilità e solidità finanziaria nel lungo periodo ed al direttore Marotta una maggiore disponibilità di risorse da destinare all’acquisto di innesti di una certa caratura, abituati alla contesa per il vertice, affidabili e dal sicuro rendimento, per far sì che la squadra si affermi in ambito europeo! Pertanto, l’esempio non può che essere l’atto concreto e tangibile di generosità e di mecenatismo meneghino compiuto dal re della moda, il grandissimo Giorgio Armani, che nel 2008 ha rilevato la proprietà della gloriosa Olimpia, altro simbolo di Milano, e, con ingenti investimenti, l’ha resa competitiva e l’ha riportata ai fasti d’un tempo. Rilevata la società, la cordata italiana potrebbe essere sostenuta e coadiuvata dall’azionariato popolare. Insomma, l’azionariato popolare, coordinato e rappresentato dalla società Interspac del prof. Carlo Cottarelli, sarebbe un fondamentale strumento di supporto sia nel caso in cui la proprietà cinese avesse bisogno soltanto di un socio di minoranza sia nel caso del provvidenziale avvento di una cordata italiana alla guida di una società ambiziosa e di una squadra che, dopo anni di risultati al di sotto delle aspettative e di delusioni, ha conquistato il primato in ambito nazionale, deve stazionare stabilmente nelle posizioni di vertice e che può puntare alla conquista della Champions! L’idea della cordata italiana, per quanto sia la più gradita ed auspicata, è però difficile da realizzare, evidentemente per la mancanza di disponibilità da parte dei grandi imprenditori tifosi, ed allo stato purtroppo non si intravvede all’orizzonte alcuna iniziativa in tale direzione, a meno che non siano in corso interlocuzioni e manovre ben celate e dalle quali poi scaturisca la tanto agognata sorpresa! Ma, sia che resti il gruppo Suning sia che allo stesso subentri un altro gruppo imprenditoriale straniero come azionista di maggioranza, è fondamentale che nella compagine societaria ci sia comunque un’anima italiana (costituita da qualche imprenditore tifoso, a capo di un’impresa che abbia un grosso fatturato, e dalla società Interspac per conto dell’azionariato popolare) con significative quote di minoranza (30-40%) e con una propria rappresentanza nel consiglio di amministrazione! L’impennata nella sottoscrizione degli abbonamenti per la nuova stagione (quasi 40 mila tessere vendute) è un atto tangibile di amore e fedeltà da parte dei tifosi e con l’azionariato popolare il contributo dei tifosi verrebbe non solo da tutta Italia ma anche da qualsiasi parte del mondo!".
Michele
"Gentile Redazione, volendo commentare le infauste vicende di casa Inter, come si poteva resistere alla tentazione di copincollare l'efficace titolo di un editoriale apparso ieri (lunedì) su una testata giornalistica concorrente ("COSA DEVE SUCCEDERE ANCORA?")? Qui, però, non si tratta di spendere falsa solidarietà verso rivali storici piemontesi inneggiando al motto "mal comune mezzo gaudio". Anche perché è doveroso ricordare che quelli della Torino non granata sarebbero messi molto peggio dei nerazzurri: per via dei 2 punti in meno in classifica - pur con la loro prima sconfitta maturata solo domenica, contro le già 3 (in campionato) dei nerazzurri; dell'infermeria piena di vecchi (Chiesa, Locatelli, Rabiot) e nuovi interpreti (Pogba); di un piede e 3/4 già fuori dagli ottavi di CL dopo appena 2 gare con altrettante storiche sconfitte rimediate; di un bilancio talmente in rosso che mi viene da ridere ed è meglio passare al prossimo argomento; ma soprattutto della mancanza di un'idea di gioco che - con Allegri in panchina - latiterebbe già dal ritorno del tecnico livornese avvenuto lo scorso anno. E come chicca finale, non si vuole proprio dir niente delle "faide familiari" juventine: dalle ricorrenti intemperanze ed interferenze della madre di Rabiot ai ricatti del fratello a Pogba? Ma chiedo venia: ho già divagato troppo su frattaglie e storiacce di casa bianconera. Adesso caccia aperta al principale "COLPEVOLE" nostrano, Simone Inzaghi: solo che il sottoscritto gli ha concesso la grazia di non buttare troppo in vacca l'infausta trasferta dei nerazzurri in terra friulana, scegliendo perciò di metterne in rima lo sviluppo... Giusto per provare a lenire i rinnovati bruciori di stomaco, con il risultato che ne consegue: Dalla Doosan alla Dacia Arena i mali nerazzurri si sono presto trasformati in una vera cancrena. Un'illusoria vittoria europea che ha messo Inzaghi alla berlina con tutta la sua ripetitiva logorrea. Facendogli assumere ora, dopo la trasferta di Udine, una postura poco invidiabile: giusto tra il martello e l'incudine. Ma tanto pare che per lui non scatterà ancora la temuta ghigliottina: ha appena promesso che durante la sosta riuscirà ad escogitare una corroborante ovomaltina... E se a raccogliere questa preziosa testimonianza - pur senza virgolettato - è stato un baldo giornalista della Gazza, c'è solo da augurarsi che contro Roma e Barça l'Inter torni ad essere di nuovo pazza. In ogni caso nessuno immaginava che dopo aver messo in riga un'onesta accozzaglia ceca, sponsorizzata da automezzi coreani, si pagasse così tanto dazio a dei veri autotreni friulani. E da una squadra che era stata allenata da tal Cioffi, in poco tempo Sottil è stato davvero bravo ad estrarne un distillato di atleti tutt'altro che gaglioffi. Così veloci, arditi e determinati che i nerazzurri sono usciti dalla contesa letteralmente storditi e soggiogati. Ad indirizzare la partita purtroppo non è bastata una punizione all'incrocio di Barella, né tanto meno una parata di Samir, di piede, in stile Garella. Ci si è messo in mezzo pure il tecnico piacentino che, per allestire la formazione della Beneamata, deve aver preso una terribile cantonata: 2 cambi di giocatori già alla prima mezz'ora di gioco che l'hanno presto svilita e sbugiardata. Ciò a testimoniare anche la sua procurata e recidiva paura, tale da essere quasi indotti a denunciarlo alla più vicina procura. Secondo il credo inzaghiano, farsi ammonire in partita è diventato peggio che commettere un reato: fa però specie che ad essere esente dalla pena della sostituzione rimanga sempre e solo Brozovic, l'unico croato. A tal punto che le bestemmie in sorte del povero Asllani sono state udite fino a Tirana e ben oltre la catena dei Balcani. Con i genitori del giovane prospetto, di fronte a cotanta e reiterata mancanza di rispetto, che paiono pronti - dalla toscana Buti - ad emigrare ancora: stavolta verso il lontano corno d'Africa, nella terra di Gibuti... Quel che sorprenderebbe di più è che Inzaghi - leggendo certi giornali - potesse convincersi che il tempo del suo esonero non sia ancora arrivato: basterebbe che leggesse la castroneria che la rosea lunedì ha pubblicato. Ossia che se a metà novembre Inzaghi non sarà ancora riuscito a dare una sterzata alla situazione, allora sì che sarebbe a rischio la sua posizione. Certo, come no. Come se prima dei mondiali che finiranno alle soglie dell'inverno, il campionato non fosse già inoltrato (15a giornata) e diventato giusto un inferno. E come si farebbe allora a raggiungere la 2a stella "promessa", con una Serie A, all'epoca, magari già del tutto compromessa? Ma la cosa peggiore sarebbe invece un’altra: quella che Inzaghi si convincesse di aver avuto un'idea davvero scaltra: la subitanea sostituzione di un giocatore poco dopo la sua prima ammonizione. Talmente persuaso dal non rendersi conto di averla fatta, invece, fuori dal vaso. Fino ad indurre il collega milanista ad operare la stessa astrusa mossa da alchimista. Con l'unica differenza che Pioli è stato almeno più furbo: gli ammoniti Kjaer e Calabria li ha tolti solo all'inizio della 2a frazione e così (quasi) nessuno si è accorto della mezza rivoluzione... Qualcuno ipotizza che si sia esaurita una certa carica contiana: bah, ai più questa sembra solo la classica leggenda metropolitana. Piuttosto, alla luce del loro finora striminzito minutaggio, ci si chiede quando mai si vedranno Asllani e Bellanova chiamati più spesso all'arrembaggio. Ché non si vorrebbe proprio che questi 2 giovani talenti - da Empoli e Cagliari rispettivamente provenienti - finissero a languire in panchina arrovellandosi fra ambizioni e tormenti. E se qualcuno ha davvero nostalgia del despota di Lecce - fra tanti malpensanti - basterà allora ricordargli quella becera perla del suo frasario di scusanti. Com'era infatti quella del tecnico salentino su Barella e Sensi dopo che la sua Inter aveva perso a Dortmund in una gara di un girone ciellino (Champions 2019-20, nda)? Ah già: "Stiamo parlando di un gruppo di giocatori che, a parte Godin, nessuno ha vinto niente. Ci sono anche situazioni difficili da gestire. A chi chiediamo? A Barella, che abbiamo preso dal Cagliari? A Sensi, arrivato dal Sassuolo?" Ebbene: Asllani e Bellanova sono stati quindi avvisati, ma non credo che con Inzaghi rischino di essere ancora emarginati. Vuoi vedere che la squalifica di Brozo è - almeno per l'albanese - un vero segno del destino? Ed allora sì che potremo finalmente dire bye-bye a vedove e prèfiche del tecnico salentino...".
Orlando
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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