Tutti piu' buoni a Natale? Il retorico assunto ci accompagna dalla notte dei tempi. Nel calcio può accadere che qualcuno diventi invece più cattivo, sportivamente parlando. Quel qualcuno, ad esempio, si chiama Inter, Campione d'Italia in carica. Lunedì scorso il 6-0 a domicilio alla Lazio, risultato che ha anche sollevato qualche assurda polemica sulla presunta troppa voglia dei nerazzurri e del suo allenatore di cercare di segnare delle reti all'avversario. Simone Inzaghi, il grande ex, è stato addirittura accusato di aver esultato in maniera scomposta in occasione della sesta segnatura. Non è avvenuto, fake news. Andatevi invece a riguardare come l'attuale allenatore dell'Inter, pagato molto bene dall'Inter e che all'Inter sta da Dio, abbia esultato con grande compostezza e quindi rispetto del suo passato, in occasione del raddoppio di Dimarco e si trattatava dell'azione più bella della partita, che indirizzava pesantemente la partita stessa. La Lazio che sta disputando un bellissimo campionato e una altrettanto bella Europa League, era avversario più che temibile e non meritava compassione. L'Inter ha giocato contenendo per buona parte del primo tempo, costretta dalla forza dei biancocelesti, poi i nerazzurri hanno imposto la legge del più forte. Tutto secondo le regole, il resto è aria fritta.

La sacrosanta e legittima voglia di vincere della Beneamata si è rinnovata tre giorni dopo in Coppa Italia, altra competizione che la squadra di Simone Inzaghi vorebbe tentare di vincere, senza che nessuno si possa sentire offeso. Il mister ha giustamente dato grande spazio alle cosiddette seconde linee e anche l'Udinese ha pagato dazio. L'ottima notizia, per i tifosi dell'Inter, è che cambiando l'ordine dei fattori, giovedì a San Siro, non è cambiato il prodotto. Anche chi gioca poco, sa cosa deve fare una volta chiamato in causa. Alcune azioni marchio di fabbrica del Demone di Piacenza, riescono a prescindere dagli interpreti, anche se rimane chiaro come possa mutare la qualità delle giocate a seconda di chi le faccia. All'Inter regna serietà e attaccamento. Quasi 55 mila tifosi hanno sfidato pioggia e freddo per andare a sostenere la squadra in un ottavo di Coppa Italia e i giocatori hanno gratificato tanta passione con una prestazione seria e di sostanza. Alcuni della vecchia guardia hanno confessato in modo sincero che a inizio stagione il pensiero fosse ancora ai festeggiamenti per lo storico scudetto conquistato nel derby e qualche gara disputata con un po' di pigrizia (Genova alla prima e Monza, ad esempio) lo certificano. Ora pare chiaro che la pancia si sia definitivamente svuotata, con il grande desiderio però di tornare a riempirla, ma solo alla fine di questa lunga e stressante stagione.

Lunedì, antivigilia di Natale, il Meazza tornerà a riempirsi per Inter-Como di campionato. Classica partita trappola per chi è favorito, classica occasione per raccontare l'impresa ai nipotini da parte di chi lotta per salvarsi. Peraltro il Como di Cesc Fabregas gioca bene, ha interpresi di esperienza e qualità (quanto è bravo il giovane argentino Nico Paz) ed è reduce dalla meritata vittoria contro la Roma. Nell'Inter, mancherano in difesa ancora Pavard e Acerbi. E il centrocampo dovrebbe fare ancora a meno di Nicolò Barella. 'Brigata Sassari' scalpita, chiede almeno la panchina, ma è giusto non rischiare nulla dopo il leggero problema muscolare accusato contro la Lazio. Frattesi o Zielinski si contenderanno una maglia per la sostituzione del ventisettenne cagliaritano, ormai indiscusso leader tecnico e non solo, della squadra che ama.

Si avvicina il Natale, per i tifosi si avvicinano cenoni e pranzi che richiederanno la giusta fame per gustarli al meglio. I protagonisti che indossano la maglia nerazzurra mangeranno probabilmente un po' meno dei comuni mortali, ma la fame ritrovata la mostreranno, si spera, in campo. Intanto, Buon Natale a tutti. Anche se non è vero che saremo tutti più buoni.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 dicembre 2024 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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