Inter in affanno, Inter stanca, Inter che non è l'Inter dell'anno scorso, Inter poco brllante, Inter con problemi. Insomma: crisi Inter. E allora vi rinfresco la memoria: l'Inter è prima in Serie A, domani si gioca l'andata degli ottavi di Champions League (senza essere passata dai playoff) e ad aprile affronterà il doppio derby nelle semifinali di Coppa Italia. 

Ma siamo abituati alla narrazione cupa sui nerazzurri in questi quattro anni di gestione Inzaghi. E allora facciamo un breve riassunto delle puntate precedenti, perché qualcuno non si accorge o sembra non volersi accorgere di che razza di tempi stanno vivendo gli interisti.

Simone Inzaghi viene continuamente paragonato ad allenatori quali Ancelotti, Gasperini, Conte o Spalletti. Ebbene: Simone Inzaghi allena una prima squadra dall'anno 2016, parliamo di 9 anni fa. Quelli citati allenano minimo da 20 anni. Minimo. Insomma, tecnici con alle spalle un percorso lunghissimo, mentre l'interista potremmo definirlo ancora relativamente giovane. Ma in Italia non sembra sia apprezzato come dovrebbe, mentre all'estero quando parli dell'Inter di Inzaghi si illuminano gli occhi. Approfondiscono il suo calcio, ne sono rapiti dalle idee innovative, mica gli fanno reportage (cit.) per scovarne proteste o rimbrotti dalla panchina.

Inzaghi ha ancora ampissimi margini di miglioramento, ma ha già compiuto un mezzo miracolo. Alzi la mano chi, nell'estate 2021, si aspettava un percorso di questo tipo nell'Inter. Conte, quello che oggi indica senza soluzione di continuità il club nerazzurro come "la squadra da battere", era fuggito a gambe levate, prevedendo un ridimensionamento drastico. Inzaghi si è rimboccato le maniche, ha accettato addii pesanti, ha lavorato su quello che passava la casa ed ecco i risultati: trofei vari, una finale di Champions e la seconda stella

Se oggi si parla di un'Inter alla stregua di Real Madrid o Manchester City è soprattutto grazie al suo lavoro. Suo e del suo staff. Lavorando ha migliorato il materali a disposizione, facendo lievitare il valore dei singoli e ingrassando le casse del club. Ebbene sì, e qui mi rivolgo a quei tifosi miopi che pregano di mollare le coppe per dedicarsi esclusivamente allo scudetto. Miopi, esatto, perché non si rendono conto che nel calcio di oggi - e in particolare per l'Inter, considerando le vicissitudini finanziarie - il percorso in Champions è vitale. Lo è stato finora, senza mentirci. Ma qualcuno ancora non ha compreso la realtà.

Il campionato dell'anno scorso è stata una cavalcata trionfale, ma resta un'eccezione. Pensare che un'Inter che da anni fa mercato a zero o addirittura chiudendo in attivo debba dominare come fece la Juve che di anno in anno aggiungeva i vari Tevez, Higuain e Cristiano Ronaldo è semplicemente utopia. Ripeto: siamo a marzo e l'Inter è prima in Serie A, domani si gioca l'andata degli ottavi di Champions League e ad aprile affronterà il doppio derby nelle semifinali di Coppa Italia. 

Però qualcuno prepara già l'imboscata in caso di passo falso o, ancora peggio, di stagione da "zeru tituli". Anche tra gli interisti. E se si vince? Spolverano il costume del camaleonte, pronti a svestirlo al primo inciampo futuro.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 04 marzo 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni
vedi letture
Print