A domanda diretta sul fatto di non aver mai vinto a San Siro, Gian Piero Gasperini, in conferenza stampa, aveva replicato con un "c'è sempre una prima volta". Ebbene, prendendo in prestito l'espressione resa iconica, tra un tum e l'altro, dal sempre simpatico Carlo Pellegatti, è possibile rispondere all'allenatore 66enne di Grugliasco con "La prossima volta". Non se la prenda il buon Gasp, ma anche stavolta c'è poco da recriminare. Certo, non è il 7-1 di qualche anno fa con Stefano Pioli sulla panchina avversaria, ma per prestazione complessiva e impatto di inizio gara siamo lì. Quattro a zero pulito pulito, e francamente poteva anche andare peggio ai bergamaschi, che escono con le ossa rotte dal Meazza ma non per questo meritano un ridimensionamento. Qualche assenza ha sicuramente pesato, ma l'onda d'urto dei campioni d'Italia avrebbe abbattuto anche la miglior versione della Dea.

In molti speravano che questa partita smascherasse eventuali limiti dell'Inter, nella speranza che il mercato a suon di tum (grazie Pelle) avesse ridotto le distanze. Invece, se è vero che i soldi non danno la felicità, di certo spenderli non necessariamente riduce il gap con chi lavora bene da anni con quello che ha a disposizione. Perché avere giocatori di talento aiuta, ma non basta se dentro al campo mancano gli automatismi, non c'è traccia di mutuo soccorso tra i compagni o latita la collaborazione. In attesa di capire quanto terreno saranno riuscite a recuperare le rivali, l'Inter manda un messaggio chiaro: i Campioni d'Italia non hanno affatto la pancia piena, anzi. La prestazione corale contro i bergamaschi ha confermato l'antico adagio che l'appetito vien mangiando e i nerazzurri di casa si sono letteralmente avventati sul buffet senza lasciare neanche le briciole.

Una vittoria altisonante in cui si fa fatica a trovare il migliore in campo, Au contraire, no. Marcus Thuram non smette mai di sorprendere. Chi pensava di farsi bastare quanto visto la scorsa stagione, deve cominciare a ricredersi. Il suo avvio di campionato è devastante tra gol di testa, in contropiede, di rapina in area di rigore e i soliti autogol provocati, voce che andrebbe aggiunta alle skill di FC25 e che lo vedrebbe primeggiare senza rivali. In attesa di vedere il miglior Lautaro, che sta comunque mostrando segnali importanti pur rimanendo ancora a secco di gol (non doveva neanche giocare ieri sera...), il primogenito di Lilian raggiunge e oltrepassa nuovi orizzonti calcistici, confermando l'intuizione di Ausilio che lo considerava un numero nove quando lui preferiva scorrazzare largo a sinistra.

In estrema sintesi, una prestazione, quella dell'Inter, che fuga i dubbi relativi a un mercato 'tranquillo' da parte dei nerazzurri, dubbi alimentati dall'erba del vicino che sembra più verde. Invece basta guardare in casa propria per recuperare la consapevolezza di avere una squadra forte e bella da vedere, con il tricolore sul petto. E chi sperava in un passo falso, come direbbe Pellegatti, ripassi "la prossima volta".

Sezione: Editoriale / Data: Sab 31 agosto 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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