Due settimane. È il lasso di tempo in cui l'Inter si gioca tanto, quasi tutto. Perché ad oggi, 16 aprile, i nerazzurri sono in corsa ovunque: Champions League, campionato e Coppa Italia. Il tour de force della banda di Inzaghi va avanti ormai da mesi, ma entrerà nella sua fase decisiva questa sera a San Siro, quando l'arbitro Slavko Vincic metterà il fischietto in bocca e alzerà il sipario sulla super sfida contro il Bayern Monaco, ritorno dei quarti di finale di Champions League.

Il giorno di Pasqua ci sarà invece da far tappa nell'ostica Bologna in campionato, mentre tre giorni dopo San Siro si colorerà ancora di nerazzurro e rossonero per il quinto Derby di Milano dell'anno, stavolta con in palio la finalissima di Coppa Italia. Appuntamento che anticiperà la sfida contro la Roma dell'ex Claudio Ranieri. Allenatore che, nel lontano 2010, indossava in Serie A le vesti di principale antagonista dell'Inter di José Mourinho, squadra che scrisse una pagina indimenticabile di storia conquistando il Triplete nella notte di Madrid, alzando al cielo la Champions League dopo aver battuto in finale... proprio il Bayern Monaco. 

Proprio dallo scontro con i bavaresi di questa sera che passa gran parte dell'annata del Biscione, che - in caso di bravura, fortuna, allineamenti d'astri, varie ed eventuali, ditela come vi pare -, potrebbe diventare straordinaria. E che non sarà mai fallimentare, a prescindere da come finirà. Nonostante molti opinionisti-tifosi-haters passino con estrema facilità dalla mera analisi di un fatto concreto (la possibilità di un nuovo Triplete, chiaramente complicato ma - competizioni alla mano - realizzabile) alla cruda conclusione che in caso di 'zeru titoli' (per citare - non a caso Special One) sarebbe da dimenticare e da cancellare. C'è chi non vede, o fa finta di non vedere, il grande lavoro e l'immenso sforzo a cui Lautaro e compagni sono sottoposti da inizio anno, chiedendo addirittura la testa del Demone in caso di assenza di trofei. Probabilmente gli stessi che, se esistesse una macchina del tempo capace di catapultarli indietro di 15 anni, a questo punto della stagione starebbero già invocando l'esonero di Mourinho. Come se competere su tutti i fronti con il rischio di non vincere fosse (e sia) una colpa. Follia.

"Più che tensione, c'è grande orgoglio per come si sta sviluppando" ha giustamente sottolineato Inzaghi nella conferenza stampa di ieri, ribadendo in un altro passaggio di sapere che quella in corso sia "una stagione faticosa, ma giocare ogni 4 giorni può aiutare" e ricordando che "questa è una nuova Champions per tutti e che ha portato nuove energie in più. L'anno scorso ci eravamo qualificati a novembre, quest'anno abbiamo dovuto aspettare il 29 gennaio". Insomma, "la fatica è di più, ma c'è soddisfazione". Ed è giusto che sia così, a prescindere da come finirà. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 16 aprile 2025 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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