Non è dato sapere che misura di scartamento avesse il binario evocato da Claudio Villa in una sua celeberrima canzone per bollarlo come "triste e solitario". Sebbene accostabile alla Rometta dell'epoca - con quella attuale che par avviata ad emulare i tempi cupi di allora - si trattava probabilmente dello 'scartamento largo' russo da mm.1520 anziché quello standard da mm.1435 di (quasi) tutte le ferrovie europee... In ogni caso, certe rime di quel brano appaiono ora anacronistiche perché il cantante capitolino - notorio tifoso giallorosso - è vissuto qualche decennio prima che a Roma si fermasse Henrikh Mkhitaryan. Ossia "l'armeno che corre come un treno", secondo il verbo del radiocronista RAI Francesco Repice. Altrimenti Villa, quelle strofe sull'"udire ancora lo stridere del freno" e sul "vedere allontanarsi il treno", non le avrebbe mai potute scrivere. Se non quando, eventualmente, la Roma - dopo un triennio di militanza in giallorosso - non riuscì a rinnovare il contratto a Mkhitaryan che preferì, invece, firmare con i nerazzurri per tornare a giocare in Champions League. E per di più nel "cammino di ferro" europeo dei nerazzurri - giusto per dirlo alla francese - quel binario si sta confermando proprio doppio: nel senso dei duplici obiettivi primari dello scudetto e della Champions. Dunque tutt'altro che triste e solitario, per quanto al netto delle 2 coppe nazionali e del Mondiale per Club: non proprio dei binari morti... In ogni caso, la metafora sull'affollata "stazione" nerazzurra con tutte queste strade ferrate non solo continentali serve apposta per introdurre un ulteriore richiamo storico simil-ferroviario. Quello dei precedenti 2 incroci dei nerazzurri contro l'Arsenal che contribuirono alla mancata qualificazione agli ottavi della Champions 2003-04 a favore della Lokomotiv Mosca. Successe che i nerazzurri si giocassero il passaggio del turno proprio nell'ultima gara del girone B in casa della Dinamo Kiev. Dopo l'assurdo esito della doppia sfida con i gunners - con vittoria nerazzurra in terra inglese per 0-3 e "rimontona" 1-5 dell'Arsenal a San Siro con ben 3 gol inglesi segnati dall'85° all'89° - l'Inter risultava qualificata fino a 5 minuti dalla fine grazie ad un gol di Adani: sì, proprio l'odierno opinionista televisivo. Salvo poi essere raggiunta sul pareggio dagli ucraini che garantì il 2° posto del girone - per differenza reti - ai russi della Lokomotiv pur sconfitti in casa dell'Arsenal. Ma nell'evocare quell'harakiri nerazzurro contro i londinesi il Direttore Costantino mi aveva preceduto giusto martedì, con un post ricco di tutta una serie di altri interessanti aneddoti.
Tornando all'attualità, contro l'Arsenal i nerazzurri - a 'scartamento ridotto" per via dei ben 6 'titolarissimi' lasciati in panchina - non avranno lavato col solito gioco arioso e con numeri adeguati quell'onta del loro passato, ma mai come ieri sera la gestione della gara - una volta passati in vantaggio - doveva essere giustamente conservativa, come purtroppo non avvenuto nel derby d'Italia.
In ogni caso sono molteplici le medaglie che, in itinere, Inzaghi può appuntare al petto suo e dei suoi giocatori:
1) Solo l'Inter (con gli altri nerazzurri dell'Atalanta) vanta ancora la difesa imbattuta in Europa, dopo il depennamento rumoroso del Manchester City e quello più soft di ieri di altre 2 squadre inglesi: l'Aston Villa e l'Arsenal, appunto.
2) Un filotto di risultati positivi con ben 8 vittorie ed un pareggio (regalato ad altri...) nelle ultime 9 gare è un percorso ragguardevole che ha un solo eguale stagionale nei top 5 tornei continentali: il Liverpool, non a caso capolista della Champions. Oddio, ci sarebbe pure la Fiorentina con l'identico cammino, ma agevolato dal diverso blasone delle squadre della Conference League...
3) Un turnover così scientifico da generare i risultati sperati - che altri, in caso avverso, avrebbero subito bollato come mera dabbenaggine in vista del Napoli - solo l'"alchimista" Simone da Piacenza avrebbe potuto realizzarlo. Ed ora, per dire, financo le sue sostituzioni conservative degli ammoniti vengono imitate dai colleghi: tipo Baroni alla Lazio o Pecchia al Parma.
Ma altre attestazioni di merito potrebbero aggiungersi a breve. Ecco perché si resta in fervida attesa dell'ideale ciliegina sulla torta costituita da un certo esito della sfida domenicale alla capolista, sebbene con un occhio di preoccupazione rivolto all'arbitro Mariani. Non foss'altro perchè il fischietto di Aprlia si configurerebbe, al contempo, un talismano dei partenopei in trasferta - con finora ben 9 vittorie ed 1 pareggio in 12 precedenti: una sorta di Massa coi nerazzurri... - e spauracchio interista per via del suo discutibile (eufemismo!) saldo rigori in negativo di -3 (+1/-4) con l'Inter: score che lo rende unico nel confronto con quello relativo alle altre grandi squadre...
Verrebbe proprio da pensare male e pure certa "logistica" ci si metterebbe in mezzo. Sarà allora solo una coincidenza che Aprilia e Tivoli (luogo natìo di un certo De Santis...) distino a nemmeno 1 ora di macchina l'una dall'altra? Magari qualcuno potrebbe aver avanzato delle schede svizzere, di quelle capaci financo di supportare un "campo largo". Roba da fare invidia al centrosinistra nostrano...
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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